Lo Stato di libertà rimedii se non quelli che già gli scrittori di parte liberal-democratica avevano proposto; salvo che in lui v'è 1ninore consapevolezza di tutta la complessa ricostruzione necessaria. In realtà, come abbiamo sempre osservato tutte le volte che abbiamo discusso di .questi problemi, innanzi alle gravi questioni che do-bbiamo risolvere occorre da una parte lasciarsi guidare da una famosa massima di Alexander Hamilton e dall'altra ricordarsi della grande scoperta tocquevilliana, che, cioè, nelle democrazie di massa i problemi di libertà non si pongono più soltanto al livello istituzionale, ma al livello della società. · La massima di Hamilton è quella che afferma che il problema delle · minacce tiranniche dell'esecutivo si risolve non già indebolendo il potere dell' esecittivo stesso, ma rafforzando i poteri residui dei cittadini. E basta riflettere un mo1nento solo p-er rendersi conto di quanto sia esatta questa formula, perché in essa è implicita tutta una serie di soluzioni che si armonizzano tra loro e formano un tessuto compatto ed organico. E evidente che rie11tra in una coerente applicazione di quella formula non solo una sostanziale 1nodifica della procedura co·n cui si deve poter sollecitare dalla corte costituzionale un giudizio di costituzionalità intorno ad una legge --del parlamento o ad un provvedimento· dell'esecutivo che sfugga alle .competenze delle altre branche della magistratura; (si vedano in proposito le importanti osservazioni di Aldo Sandulli nel numero di agosto di « Nord e Sud ») ma anche, tanto per fare un esempio di qualche attualità in Italia, l'istituzione stessa di un ordinamento regionale. Poiché è evidente che tale ordindmento non può essere soltanto lo strumento di un'organica e seria politica di programmazione (è noto che da più parti si è autorevolmente sostenut~ la necessità di una strutturazione regionalistica del nostro paese ai fini di una pianificazione economica), ma è anche una risposta adeguata al rafforzamento del potere esecutivo, che, come abbiamo visto, è conseguenza ineliminabile di ogni programmazione. In effetti, grazie all'istituzione dell'ordinamento regionale si verrebbero a creare nuovi centri di potere, distinti, se non, in qualche modo, addirittura conco·rrenti a quello dell'esecutivo nazionale; e insieme quest'ultimo perderebbe l'esercizio di talune funzioni, che esso ha attualmente, funzioni che sarebbero esercitate, appunto, a livello regionale e sarebbero pertanto più agevolmente controllabili in sede di consigli o parlamenti regionali. Nè va trascurata un'altra conse.guenza, pur essa benefica, che potrebbe derivare da una ristrutturazione regionalistica del paese: l'alleggerimento dei co-mpiti e delle funzioni dell'assemblea nazionale, un alleggerimento che consentirebbe al legislativo 13 Bib~iotecaginobianco
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