Ruggero Moscati di Serino perché aggravavano la popolazione,_ facendo pagare nel catasto - per gli immobili, i mobili e gli animali __:_poveri e ricchi in eguale misura. Onde, negli anni tra il 1546 e il 1560, si erano succeduti in Serino speciali commissari deìla Sommaria per rivedere in loco le operazioni catastali. Preceduti da rivele fatte dagli interessati e da un apprezzo generale che dava luogo a non. poche contestazioni, erano segnati in catasto i beni stabili e mobili, tanto dei cittadini quanto dei forestieri tenuti alla « bonatenenza ». Nell'apprezzo - co,sa che insospettiva sopratutto il ceto borghese - dovevano essere segnati per di più anche i frutti dell'attività delle « industrie » e gli interessi del danaro dato ~n prestito. Gli unici a non pagare tasse né bonatenenza erano, come è noto, i « chierici » o i « cittadini napoletani »; esenti da imposte locali erano anche i territori ex-feudali venduti direttamente dal feudatario con regio assenso. Coloro che non possedevano beni ed erano capi famiglia pagavano soltanto una tassa minima, il cosidetto « testatico », dalla quale erano esclusi i « sessagenari » ed i p·adri « onusti ». Questo sistema, che incideva natural1nente in misura di qualche rilievo sulle più ricche famiglie di Serino, non dové molto· essere gradito al ceto dirigente della zona, cl1e manifestò sempre· più apertamente la tendenza a trasformare la prassi finanziaria locale. Nei primi anni del '500, dopo pubblici parlamenti, era stata varie volte introdotta e reintrodotta, sempre in via eccezionale,· la gabella sulla farina, gabella che, pure essendo stata abolita per ordine del Collaterale, venne ripristinata abusiva~ente, senza regio assenso, 11el 1547. Sicché, già nel 1554 e nel 1555, nelle more per la revisione del nuovo catasto, gli amministratori del Comt1ne in suppliche alla Sommaria potevano insinuare che l'Università viveva sopratutto « per gabelle ». Dopo la compilazione del catasto da parte di Pirro Antonio Della 1\,f ura> con1missario ?pecialmente deputato all'operazione, fioccaro110 le _proteste del ceto borghese di Serino cl1e, a suo dire, era stato ingitt- · stamente « gravato » nella valutazione dei beni. Si fa quindi più viva in esso la tendenza a sfuggire più che possibile al sistema della i1nposizione catastale e più manifesta la preferenza verso le imposte di consumo. E mentre è del 1557 una supplica di vari « particolari » del serir1ese perché si torni a « vivere per apprezzo », badando che alcuni « non siano troppo gravati », è estremamente sig~ificativo che nei capitoli del 1584 venga fatto scivolare q_uasi senza darvi peso un articolo in cui vien dato per scontato che la Università viya « per gabella»: « item atteso detta Università ha soluto vivere et se vive per gabella sopra la farina et ·altre cose per pagare i regii pagamenti fischali et altri pagamenti 124 Bibliotecaginobianco •
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