Vittorio de Caprariis della congiura dei gruppi politici ed economici dominanti, bisognerebbe ammettere, in buo,na lo,gica, che coloro che hanrio voluto l'effetto hanno voluto anche la causa, e cl1e, dunque, i « 1nonopolisti » esigono, l'espansione massiccia dell'azione regolatrice dello Stato, il rafforzamento del capitalismo di Stato e l'intervento dello Stato• stesso nella società civile. · Sul che l'on. Ingrao può, forse, chiedere lumi al suo collega in Parlamento, segretario del Partito Liberale! Il vero punto della questione è che effettivan1ente la formidabile espansione della presenza dello Stato a tutti i livelli della società è un fatto indiscutibile; e che è positivo, oltre che naturale e logico, che un tal fenomeno si sia verificato. Si ricordi un'affermazione famo 1 sa di Roosevelt nel suo discorso a Chicago, nel 1932: quando le aziende raggiungono le dimensioni che hanno raggiunto nei 11ostri tempi, disse il futuro Presidente degli Stati Uniti, il loro governo non può aversi più semplicemente per mandato privato, perché gli amministratori si trovano a gestire un interesse pubblico. Si può disct1tere quando si vuole la forma che deve assumere il controllo dello Stato, ma non si può negare il principio che u_11tale co11trollo dev'esservi: il criterio del profitto I1o·n può essere più sovra110 i11contrastato della contesa e dello sviluppo eco1 nomico, n1a dev'essere ridimensionato secondo i criterii dell'interesse della collettività. Del pari, se si guarda alla funzione che ha oggi lo Stato nelle co11tese del lavoro, si può agevolmente constatare (checché sembri suggerire l'ideologia di Ingrao) che siamo ben lontani dalla famosa neutralità teorizzata ai suoi tempi da un Giolitti; e che lo Stato oggi interviene non già a favore dei « gruppi dominanti », ma a favore dei ceti più deboli, eco,nomica1nente parlando. Si potrebbe addirittura dire che la situazione politica generale ed anche quella psicologica sono tali, oggi, in Italia, che se anche lo Stato restasse neutrale (il che non è), la sua neutralità giocherebbe, obiettivamente, a favore delle classi operaie. Ed ancl1e qui è logico e naturale che ciò avvenga, perché è logico e naturale che lo Stato, ossia il garante dell'interesse generale, intervenga a favo1re di un nuovo equilibrio sociale, come è logico e naturale che chi ha più forza di voti conti di più politica1nente. Certo, anche in qt1esto caso si può discutere a lungo per stabilire dove sia realmente il giusto limite d'equilibrio,; 1na non si può contestare il principio. Ora, quando si è gi11nti a questo punto dell'analisi, è i11utile nascondere la testa nella sabbia: o·ccorre, invece, guardare bene in faccia la realtà. Questa evoluzione che si è accennata ha poderosamente _rafforzato l'esecutivo; e se essa, come sembra, è destinata a continuare, l'esecutivo ne uscirà ulteriormente rafforzato. « Obiettivo immediato per cui noi oggi combattiamo è un intervento 10 Bibliotecaginobianco
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