Nord e Sud - anno X - n. 46 - ottobre 1963

Breve storia di una famiglia « borghese» del Mezzogiorno: il 500 revano ancora legami (come dire?) di buon vicinato: legami cementati dai rapporti di affari e dal comune assolvime,nto di obblighi civici nella rappresentanza dell'Università e nei confronti del potere feudale. In sostanza, scorrendo i documenti notarili, si è portati a dimenticare assai spesso, la presenza che pur doveva essere incombente del baronaggio e della stessa Chiesa; e ciò costituisce, come è naturale, il limite di quelle fonti e, per imIIletterci con pienezza nell'atmosfera di quel piccolo « mondo a11tico », occorre aver sempre presente 11n çorrettivo di tanto rilievo! Comunque, forse proprio perché si è in un momento di crisi della grande feudalità, che ha perduto il suo peso politico e non è rit1scita ancora ad organizzarsi come forza economica, si ha l'impressione di assistere nel basso ad una società tutt'altro che chiusa, ma articolata e sufficientemente ap,erta, in cui il passaggio dalla condizione popolare a quella « civile » è auspicato e possibile sol che si abbia la capacità e la prontezza di sviluppare contemporaneamente e - si badi - in varie direzioni la propria linea di • azione. La matrice della borghesia provinciale non è, per concludere, esclusivamente nella terra e nelle connesse sfere dell'industria armentizia o del traffico dei grani, ma nel co11temporaneo esercizio 1 delle arti liberali e sovratutto nel saggio impiego del nascente capitale. Il danaro·, cioè, a mezzo il '500, ~o si investe tuttora; non lo si immobilizza soltanto nell'acquisto di terre e di cespiti fissi, lo si utilizza in iniziative economiche e commerciali connesse tra l'altro coi bisogni dell'attrezzatura e della difesa costiera del Regno (legnami, ferro, trasporto del sale, lana, cuoio, fabbricazio11e di polvere da sparo e altrettali). Queste attività non sono ancora ·divenute monopolio di pochi grandi complessi mercantili strettamente legati al nuovo baronaggio che si organizza come forza economica, ma esercitate su larga scala, anche se in proporzioni modestissime, da numerose famiglie provinciali. E mentre, lungo tutto l'arco di tempo cl1e va dalla seconda metà del '600 fi11 quasi alla·_fine del secolo XVIII, sembra che gran parte della piccola e nascente borghesia provinciale vada perdendo ogni suo mordente di fronte al processo di rifeuda~izzazione del Mezzogiorno e al campeg .. giare sulla scena economica della nobiltà di origine mercantile genove_se, vi è sempre lt1ngo tutto il '5.00 e ancora nei primi anni del '600 un movimento diffuso, una vivacità. di rapporti e di scambi, un intrecciarsi di piccole iniziative cl1e ·colpisce per· l'incidenza ed il tono. Per ritrovare analoghi fermenti bisognerà giungere al]a seconda metà del '700 o addentrarci addirittura nel periodo francese. Come poi Palmiero da un capitale iniziale evidentemente non rile117 Bibliotecaginobianco.

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