• Breve storia di una famiglia « borghese » del Mezzogiorno: il 500 stinata e quasi rifatta nel corso del seicento, ospiterà più o meno stabilmente, con il loro crescente fasto 4, i discendenti di Palmiero assurti al titolo baronale. Ma, ritornando per un momento a lui, occorre aggiungere che egli era dottor fisico o, come anche si diceva comunemente nel latino dell'epoca, Mediciriae artiu1n doctor. Sembra però· che non esercitasse la professione: o, almeno, per non esser tassato in catasto per quella voce, egli dichiarava del tutto inesistenti i suoi proventi professionali 5 • Già nel 1536 Palmiero era divenuto procuratore ·« in perpetuo » dell'Università, per i contatti col barone, e già dal 1541 risulta possessore di cospicui beni « feudali » vendutigli dai Della Tolfa 6 • Marito ad una Potenza Fasano, della vicina Solofra, ne ebbe vari figlioli, i quali tutti, già nel secondo 1 cinquantennio del secolo-, avevano acquistato una loro personalità, si erano bene accasati ed avevano affinato la loro esperienza nel disbrigo degli affari e nelle cariche comunali. E tra essi meritano di essere ricordati non solo i maschi Giovanni i-\.ntonio, dottore in legge, anch'egli ,,arie volte « procuratore» e sindaco di Serino e morto prima del 1571, il « clerico· » Francesco e il medico Fabio, sul quale ultimo avremo occasione di tornare in seguito, bensì la « magnifica » Lucrezia, andata sposa a Giovambattista Magnacervo, che compare per la prima volta negli elenchi degli assegnatari del fisco, in seguito all'acquisto da lei fatto da Brizio e Francesco Bianco di annui ducati 500 « venduti dalla R. Corte » sui pagamenti fiscali di Serino (un credito che rappresentava il 10% su un prestito di 5.000 ducati fatti allo Stato nel giugno 1555 dal padre dei venditori, Michele Bianco) e ricompare poi assai spesso in non pochi atti di natura finanziaria e feudale, dopo l'acquisto dei feudi di Candida e di San ·Potito 7 • 4 Al palazzo che avevano in RibottoJi i « ricchissimi e nobili Moscati »; {< ricchissimi -- si aggiuD;ge - più di contanti che dì poderi » e ai « matrimoni e lutti di casa Muscato che avvenivano sempre con grandi po1npe e con molto concorso di popolo» accenna ripetutamente il l\tlasucci nella sua storia, val. I, pp. 117-123. s Risulta però che Palmiero assiste a lungo con le sue cure Giovanna Piccolomini, . vedova di Francesco della 'folfa, la quale nel suo testamento dell'll febbraio 1557 dispone per lui un cospicuo legato di 300 ducati (ASN, Pandetta nuovissima, 622-10854). 6 ASN, Quinternioni 82, F. 147 e Privilegi del collaterale, vol. 38, f. 30 t., non più esistenti (copia autentica dei documenti in Archivio Centrale dello Stato, Roma, Consulta Araldica). 7 ASN., Arrendamenti, f. 5216, f. 61, 141, 179; per il suo testamento dell'll agosto 1578, vedi protocollo del notaio G. A. Brescia, ff. 386 e 679 in Archivio di Stato di Avellino (ASA), dal quale appare la singolare ricchezza, in ori e gioie, della Moscati; per il feudo ASN., quinternioni, n. 193 e gli accenni dei noti volumi araldici di E. Ricca (vol. II, p. 123, vol. IV, pp. 39, 43, 47) e di B. Candida Gonzaga, ad nomen. Per le altre sorelle Violante sposata ad un Rizzo di Giffoni e Virgilia, sposata in prime nozze al dr. Giustiniano Troisi di Giffoni e in seconde al medico salernitano Ettore Delli Calci creditore istrumentario di Serino, vedi atti del notaio Paolo Sannella. 115 Bib_liotecaginobianco
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