Nord e Sud - anno X - n. 46 - ottobre 1963

Ruggero Moscati Se i st1oi avversari avevano alte prote_zioni in Curia, don Marco, appartenendo a un casato che già socialmente cominciava a co11tare qualcosa nell'intera zo,na, cercò per qualche tempo di aver dalla sua i Della Tolfa, salvo pii1 tardi a venire in co-ntrasto anche con e_ssi; e certo è che, pri,rato della rettoria di S. Lucia, riuscì a divenir titolare del beneficio « seu capellania » di S. Maria del castello di Serino « per commodo dei baroni di quella terra», contribuendo anch'egli per la sua parte a spianar la strada al progredire economico dei suoi nipoti ex f ratribus 3 • 2. - Uno tra essi, il magnifico Palmiero, an1pliò il raggio della fortuna della casa, se a lui si deve - co1ne tutto lascia presumere - la costruzione di un palazzo non privo di decoro e di nobiltà architettonica come quello sorto nel borgo di Fontanelle. Nel casale originario di Rivottoli, a un tiro di schioppo dalla nuova abitazio,ne, rimase peraltro, oltre la « torre dei Moscati », la vecchia « casa palatiata » che non tarderà a conoscere momenti di 11uovo splendore dopo che, ripri3 Agli inizi del '500 vivevano in Serino Jacopo e Antonio Moscati, che appaiono in atti del 1518-20, ma erano già morti nel 1531, e il loro fratello Pirro, i quali dovevano gestire tra l'altro una « apoteca aromataria », Palmiero doveva essere stretto parente di costoro se interveniva negli atti, in nome dei minori Ortensio, Giovan Pietro ed Eusebio Moscati, nella divisione con Pirro dei beni comuni. La discendenza di Giovan Pietro - gli altri non ebbero eredi - si estinse a metà del '600. Figli di Federico, fratello di Palmiero, e di Lucrezia Stefanelli furono il « nobile» Princivallo (non << notaio», come legge in un atto lo Scandone in op. appresso cit.) che sposò Placentia Fasano della stessa famiglia della moglie di Palmiero, Donato « clerico », Genoa sposata a Mario Trambaglia e il « nobile» Ferdinando marito di Violante Trambaglia e possessore dal 1570 di una « apotheca aromataria » in Dogana Nuova. Ferrante fu assassinato nel 1580 (ASN, Giustizia, pandetta corr. 10-6-35) è lasciò due figli in piccola età, Giovambattista e Pellegrina, che vennero affidati alla tutela dei congiunti dottor Fabio, figlio di Palmiero, e del nipote di lui, u.j .dr. Giovan Vincenzo, figlio di Giovan Antonio e varie volte sindaco di Serino. Figlio di Giovan Battista fu il dott. fisico Giovanni che in un processo del 1652 (ASN, Pandetta Cristina, 437) appare in li~e con Filippo, di Napoli, ma « cornmorante in Serino» discendente di Francesco. Figli di Princivallo furono Federico gia morto nel 1589, Francesco, sindaco di Serino nel 1599, Alessandro e Cesare, varie volte eletti e l'ultimo accusato, nel 1573, di esser mandante nell'assassinio del notaio Paolo Iannella. Figlia di Princivallo fu anche la magnifica Violante sposata a un Laudisi, di cui esiste testamento del 24 dicembre 1589 in atti del notaio G. A. Brescia: Violante lascia eredi i suoi figli, ma vari legati ai congiunti, 50 ducati alla « cappella di famiglia Moscata nella chiesa dell'Annunziata», 50 ducati al magnifico Francesco per maritaggi di sue figlie femmine, 100 ducati ai fratelli Alessandro e Cesare, l'usufrutto di dus:ati 40 alla magnifica Placentia Fasano sua madre, legati minori a Giovanni e Valerio Moscati figli del fratello Federico, ducati 6 alla magnifica Genoa Muscata « sua eia che se ne faccia una gonnella per a1nore di essa testatrice et dica paternostri per l'anima di essa »; per di più avendo in casa « tornala di grano 150 di saragolla che gostano circa ducati 160 vole che se vendano et quello che se vende de più sia di detta magnifica Placentia sua madre». In rapporti con essi i Moscati di Canale, di cui esistono tuttora vari discendenti. 114 Bibliotecaginobianco

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