Nord e Sud - anno X - n. 46 - ottobre 1963

• Breve storia di una faniiglia « borghese » del Mezzogiorno: il 500 concerneva il pagamento dei fiscali e talvolta la stessa numerazione dei fuochi. Certo è che agli inizi del cinquecento, essa cominciò ad eleggere un'amministrazione autonoma e a divenire un vero e proprio Comune separato, per quanto in qualche speciale occasione si vedano tuttora i suoi rappresentanti prender parte a decisioni che interessano l'Università « generale ». Ciò poteva anche dipender dal fatto che, pur essendo distinte le università, il potere centrale era rappresentato nell'intero Serinese da un unico « capitano», che dalla metà del seicento assulJle la qualifica di « governato-re »: sebbene di nomina baronale, il « gover11atore » era e teneva a considerarsi un pubblico ufficiale e si manteneva in contatto, oltre e più che con i feudatari e con lo stesso preside di Montefusco o col percettore di Principato Ultra, col potere · centrale in Napoli. La regia Camera della S01nmaria - mastodontica creazione, fra giudiziaria, amministrativa e fiscale, in cui si venne assommando la intera amministrazione napoletana per circa quattro secoli e che divenne il banco di prova in cui saggiarono la propria esperienza i più autorevoli esponenti della burocrazia meridionale, in gran parte proveniente proprio dai ranghi di quella borghesia provinciale di cui si son messe in luce talune caratteristiche - esercitava uno stretto controllo amministrativo sulla vita dei singoli centri, carteggiando di continuo coi vari capitani e sottoponendo a sindacato le gestioni finanziarie dell'Università. · Agli inizi del secolo XVI la fa1niglia Moscati aveva la sua figura· più vivamente rappresentativa 11el reverendo don Marco, un anziano àacerdote animoso e attaccabrighe· che le fonti ci descrivono come possessore di non pochi benefici e di un patrimonio di qualche consistenza 2 • In una causa intestatagli nel 1529, per l'indebita presa di possesso della rettoria della cl1iesa di S. Lucia, il suo contradittore, Guido De Medici, « cubiculario e consanguineo» di papa Clemente VII, faceva di lui un fosco ritratto, contestando al suo avversario di essere « pluralis in beneficiis » e documenta11do con1e egli riuscisse - cosa incompatibile - a tenere contemporaneamente due parrocchie nello stato di Serino, nonché svariati benefici con o senza l'onere di dir messa. Né basta: don Marco -- è il tocco finale che dà vivezza all'immagine -, contro il disposto delle costituzioni lateranensi, va in giro « non portando habitus neque tonsuram sed nutrit barbam et continue secus portat arma prohibita eundo in habitu saeculari ». . 2 Archivio della Curia di Salerno, Serino, 1529, Acta civilia: « de indebita intromissione in rectoria Ecclesie sub titulo Sancte Lucie inter Guidum de Medicis et D. Marcum Muscato »; Archivio di Stato di Napoli (ASN.) Processi della Sommaria, pandetta II, p. 149; ibidem, Partiu1n Summariae, voi. 395. 113 Bibli · tecaginobianco

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