Ruggero Moscati un'entità ben distinta, ricompare in taluni .atti s.eicenteschi partecipe della più « generale » Università di Serino.· Si può supporre che la varia, intricata e alle volte no-n definita e contraddittoria situazione giuridica dei nuclei particolari nei confr~nti del loro co111plesso, conferisse un maggiore margine di libera attività agli intraprendenti « borghesi » a qt1ei soggetti, cioè, che, muovendosi nel basso, potevano, giovarsi anche per fini particolari dei conflitti fra le varie giurisdizio·ni. Certo, di essi sapevano, valersi per non essere iscritti in uno speciale ruo1o di imposte, per trovare capziose ragioni per venire meno ad un preciso o·bbligo co,ntrattuale, per mettere in dubbio le basi stesse di una imposizio,ne fiscale, per alimentare a lungo e nei vari stadi le complicatissime liti giudiziarie che erano parte integrante del costume di vita di quella società. Comi11ciava a profilarsi così già nel '500, e divenne impellente nel secolo, successivo,, la necessità di avere in famiglia un legale, e non solo e non tanto per curare per1nanentemente gli interessi giuridico-economici della casata, ma per conoscere ab intra ambienti, - persone, costumanze, riti - di quello speciale mondo che aveva il suo ce11tro nei tribunali napoleta.ni. Poiché le stesse Università co,minciavano, quale più quale meno, ad avere in Napoli uno stuolo 1 di avvocati retribuiti con continuità e pronti a difendere presso il Sacro Consiglio, la Vicaria e la Sommaria, le ragioni del Comune; e lo stesso facevano le grandi case baronali, anche le piccole famiglie borghesi, sempre desiderose di affermarsi e di crescere, cominciarono a p-orsi lo stesso problema. Di qui, la utilità che in ogni ge11erazione un laureato in legge si assumesse la tutela degli interessi famigliari; di qui, nei testamenti o nella creazione di speciali Monti di famiglia, le clausole, i premi, gli incentivi per gli addottorandi in utroqite. Nel seco,lo XVI la situazione giuridica di Serino, può delinearsi così: l'intero « Stato, », infeudato per secoli ai Della Marra, era stato venduto nel 1469 ai Della Tolfa, da cui a fine ci11quecento, per successione femmi11ile, passerà ai Caracciolo d'Avellino. Nell'atto di vendita del 1469, oltre i casali strettamente serinesi (Rivottoli, S. Biagio, Dogana, · Ponte, Ferrari, To,ppole, S. Giovanni, S. Agata, Guanni, Grimaldi, ecc.) sono ricordati specifican1ente Canale, S. Lucia, S. Michele. Eppure S. Michele, che avrà sempre amministrazione separata, era co.nsiderato ab · immemorabili come proprio feudo dal monastero di S. Giorgio di Salerno; e, con1e tale, il piccolo centro era esente dai pagamenti fiscali e ordinari, onde le liti continue tra il conte di Serino, e le monache di S. Giorgio; parimenti S. Lucia inco-minciò a distaccarsi in parte dall'lJniversità generale di Serino fin dal secolo decin1oquinto per quanto 112 Bibliotecaginobianco
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