• Ruggero Moscati far la storia di ognuno e di tutti. Una famiglia «.civile», cioè, che si fa faticosamente le ossa durante il '5 - ·'600, partecipa alle lotte amministrative locali e, con il risparrrzio, l'oculatezza e una certa tendenza alla speculazione raggiunge il culniirie delle sue possibilità a cava~lo tra il 5 - 600, quando sembra che l'intero Mezzogiorno possa avere una sua vita economica più articolata e mossa. Poi - nel secolo e passa che va dalla rivolta di Masaniello alla reggenza tanucciana - in relazione a fenomeni che non sono solo meridioriali o italiani ma addirittitra europei, si ritrae in sé stesa, si acconcia a vivere in modo sostanzialmente gramo, purché more 11obilium. Ma in questo grigiore essa risparmia ·soldo a soldo e, non direi accumula, ma mette insieme un capitale - sempre modesto - che pur le permette, non appena sullo scorcio del '700 l'aria si fa più respirabile, di rimettersi in circolo, per presentarsi sulla scena in tutto il pieno della propria vitalità nel periodo francese. La partecipazione attiva al clima del Risorgimento e la ferma e tenace fede 11elprocesso nazionale -. unitario, n1algrado le ricorrenti deltlsioni nel settore che più direttamente la riguarda - quella dell'agricoltura - ne testimoniano l'aderenza alla vita della nuova Italia. In concltlsione, un panoran1a forse un po' monotono,· ma su cui si riflette in nuce la storia stessa del Mezzogiorno con i suoi ritardi, le sue contraddittorietà, le sue orribre. Una piccola scelta del notevole rriateriale documentario - sempre di prima mano, spesso gustoso, talvolta sig·nificativo - cl1e ha materiato questo mio saggio sarà edita i-n un lavoro di prossima pubbli- . cazzone. 1. - Agli inizi del '500, i Moscati 1 do1 vevano aver già acquistato nello « Stato » di Serino una qualche co·nsistenza economica, che li 1 Quando i Moscati si insediarono nella zona non può essere documentato. È tradizionale l'ipotesi formulata da G. MAsucc1, Storia di Serino, Napoli, 1923 1, p. 157, e solo perché suggestiva la si riporta. Dopo aver parlato dei Brescia che avrebbero tratto il loro cognome dalla terra d'origine e sarebbero stati lavoratori del ferro venuti dalla Lombardia all'epoca di Federico II, l'autore aggiunge: « E se fosse vera la tradizione che anche i ricchissimi e nobilissimi Moscati vennero dai piani lombardi e si stabilirono pur essi a Ribottoli, dovremmo esser riconoscenti a queste -due casat~ per aver importato o - meglio - risvegliato ed accresciuto tra noi l'industria e il commercio del ferro lavorato ». Non sappiamo quali rapporti potessero esserci tra i Moscati di Serino e i Moscati, feudatari, falconieri ecc. che appaiono nel registro del 1239 di Federico II e negli atti della Cancelleria Angioina. Neppure siamo in condizione di documentare - sebbene esista tuttora in famiglia una medaglia argentea di conio cinquecentesco con l'effige di lui, il nome e lo stemma partito con quello dell'Ordine - i rapporti con fr. Salvatore Moscati, -castellano di Rodi della S. Religione Gerosolimitana. 108 Biblioteca inobianco •
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