Lo Stato di libertà dell'esperienza staliniana: allora si chiese come era possibile che la più perfetta delle strutture (non v'era già in Russia almeno la società socialista?) potesse· dar luogo alla pessima delle sovrastrutture, alla crudele dittatura di Stalin; ed o·ggi si potrebbe chiedere ad Ingrao come accade che la pessima delle strutture, quella capitalistica, dia luogo ad « istituti e conquiste democratiche concrete ». È vero che a que,sto punto si metterebbe in discussio.ne la più grave questione del marxismo come sistema « aperto »: ma il fatto è che i comunisti italiani, come i loro amici di altri paesi, « aprono » e « chiudo110 » il marxismo secondo le ·necessità del momento e non mi pare che si possano nascondere ' dietro il dito di un'interpretazione non. ossificata della loro dottrina. Certo, questo, è già un discorso tutto diverso, e che non si può fare certo nel bel mezzo di una discussio11e di altri pro,blemi; intanto era, però, opportuno sottoli11eare il perdurare nel testo di Ingrao di proposizioni, che sembrano u11 orr1aggio rituale alla tr~dizio·ne ideologica a cui egli si ricollega esplicitamente, e che so-110,sic11ramente, in contraddizione con altre, che p11re si leggono nelle sue pagine. Questa contraddizione 110n si rileva già per gusto professorale, ma perché essa rivela pienamente, mi sembra, le ragioni di una delle insufficienze più gravi di un sag.gio, che, per altri versi, è apprezzabile e muove da alcune preoccupazioni, non certo proprie del solo Ingrao o dei soli comunisti, e tuttavia perfettan1ente giustificate dall'esperie·nza. In effetti, è proprio il presupposto polemico di voler vedere nella crisi degli istituti rappresentativi la conseguenza di una congiura ordita _ dai gruppi politici ed economici do1ninanti,_ è proprio questo deteriore marxismo, che impedisce ad Ingrao di intendere con piena chiarezza che il problem~ è più vasto e grave, e che, se le pressioni di interessi corporativi su tutta la struttura dello· Stato hanno avuto qualche parte nel deterioramento di questa struttura, tuttavia, il danno- recato da esse è minore, forse, di quel che· di solito si crede e certamente del peso di altri fattori, di sviluppi che paiono tipici delle condizioni politicl1e, economiche e sociali dei nostri tempi. Lo stesso Ingrao sembra avere qualche sentore di ciò allorché scrive che « la crisi delle assemblee rappresentative ... rischia di diventare macroscopica, al momento in cui si determina una massiccia espansione dell'azio,ne regolamentatrice dello Stato, si allarga la sfera del capitalismo- di Stato e in parti- .colare dell'azienda pubblica di produzi9ne, si estendono gli interventi dello Stato in tutta una serie di momenti_ della società civile ». In effetti, esiste un rapporto di causa ed effetto fra tutte le cose dette qui ed il depotenziamento dei parlamenti: talché, se fosse esatta la premessa di Ingrao, che la svalutazione delle assemblee rappresentative è figlia 9 Bibliote(?aginobianco . '
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