Nord e Sud - anno X - n. 46 - ottobre 1963

IVI irella Galden,zi d'uomini: la giornata di Amerigo Orn1ea si apr~ e si .chiude sotto il segno del dubbio e proprio perciò voler rintracciare in questo ordine di considerazioni le linee del dibattito ideologico sarebbe un forzare il senso del romanzo. Persino l'occasione stessa del racconto, le elezioni del '53, la nostalgica rievocazione del protagonista di quel periodo della storia italiana in cui dopo la liberazione, la democrazia al suo nascere sen1brava nutrita « della comune partecipazione di tutti alle cose e agli atti della politica» la amara contrapposizione con un clima in cui le istituzioni sembrano scivolare verso « la vecchia separazione fra amministratori e amn1inistrati », sono la espressione d'un dialogo interno, più vasto, che identifica nella provvisorietà delle s11ereazioni il sens:o dell'uo1no e delle sue risposte alle esigenze della sto·ria. « Dunque quello cl1e conta d'ogni cosa - si chiede il protagonista all'inizio della sua giornata - è solo il 1nomento i11cui comincia, in cui tutte le energie sono tese, in cui non esiste che il futuro? Non viene per ogni organismo il momento in cui subentra la normale amministrazione (anche per il comt1nismo - non poteva non don1andarsi Amerigo - sarebbe avvenuto? O stava già avvenendo?) ... Oppure quel che co11ta non sono le instituzioni che inveccl1iano, ma le volontà e i bisogni umani che continuano a rinnovarsi, a ridare verità agli strumenti di cui si servono?» (pag. 22). Non c'è contrapposizione, qui11di, fra diverse concezio·ni dello Stato, ma vi è piuttosto un'esigenza di chiarire i rapporti fra sfera etica e sfera politica, di risolvere, forse, nella direzione d'un umanesimo integrale la presenza dell'uo 1 mo nella storia. Il tema affrontato è enorn1e e se è vero che, proprio su questo piano, la narrazione non· regge il suo ritmo, è pur vero che si mantiene sempre ad un livello di lucidissin1a intelligenza. Nella storia interna dello .scrittore, lo « Scrutatore», va d'altra parte, ad affiancarsi con tutti gli altri suoi personaggi, che sono colti, anche se in diversa misura, nel momento in cui tentano di stabilire un rapporto con la realtà che li circonda ed in questo tentativo tenuti in scacco, imprigionati da una trappola che di volta in volta viene loro tesa, « dimezzati» pertanto nel momento in cui s'inseriscono nel corso della vita e delle scelte quotidiane, nei confronti del loro primo voler essere: la trappola che imprigiona Amerigo Ormea, che gli dà l'amaro senso di uno scacco metafisico, è implicita nella stessa domanda da cui nasce il racconto, né ha altra espressione se non la domanda. ·MIRELLA GALDENZI 106 Bibliotecaginobianco •

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