Recensioni interrogativi angosciosi, e senza apparente soluzione logica, a chi si fermi a considerarne la natura e il significato. Città nella città, con regole e valo ri che non sono più e che non possono essere quelli della umanità quotidiana , « mondo che rifiuta la forma », nel suo incontro con la storia crea un contrasto tragico e paradossale da cui nasce naturalmente nel libro un tono di satira etico-politica, quasi una conclusione provvisoria, una conclusione 1ninore delle riflessioni del protagonista. Sul filo delle considerazioni di Amerigo Ormea, nei suoi incontri con le creature deformi, divenute per u n attimo i tragici burattini di una farsa elettorale, si forma via via l'imma - gine. di una democrazia malata, in cui le gravi perplessità sollevate dall a nuova legge elettorale, maggioritaria, assumono allegoricamente i volti senz a luce di coscienza degli idioti del Cottolengo. « Ma chi. fanno votare», si chiede lo scrutatore; e che cos'è il voto se non espressione esterna dell a libera volontà dell'uomo nella costruzione della « città », e la « città » che è forma, ordine, ragione che cosa può avere in comune con le misere crea - ture che sfilano dinanzi ai suoi occhi? Il metodo intellettuale di Calvino è qui quello di cercare analogie fra realtà particolari e verità di ordine generale: su questa base perciò la sfer a delle riflessioni e delle domande si allarga; e nel momento in cui ci si chied e fino a che punto l'uomo-cittadino possa riconoscere in queste creature il suo simile, ci si chiede pure quale sia il senso della sto,ria, che significato abbia la libertà e l'autonomia della ragione dell'uomo, se è il caso a deter - minarne la cognizione d'essere. . « Amerigo, velocemente, pensò al Discorso della Montagna, alle varie interpretazioni dell'espressione 'poveri di spirito', a Sparta e a Hitler che sopprimevano gli idioti e i deformi; pensò al concetto, di uguaglianza se - - condo la tradizio11e cristiana e secondo i principi dell'89, poi alle lot te della democrazia durante tutto un secolo per imporre il suffragio univer - sale, agli argomenti che opponeva la polemica reazionaria, pensò alla chiesa che da ostile era diventata favorevole; e ora al nuovo meccanismo eletto - rale della « Legge-truffa» cl1e avrebbe dato maggior potere al voto di quel povero idiota che al suo. Ma questo suo implicito considerare il proprio voto come superiore a quello dell'idiota, non era già un riconoscere ch e la vecchia polemica antiegualitaria aveva la sua parte di ragione? Altro che « Legge-truffa». La trappola era scattata da un pezzo. La chiesa dopo un lungo rifiuto aveva preso in parola l'eguaglianza dei diritti civili di tutti gli uomini, ma al concetto d'uomo come protagonista della storia aveva sostituito quello di carne d'Adamo misera e infetta e che pur sempre lddio può salvare con la grazia. L'idiota e il cittadino cosciente erano uguali in faccia all'Onniscienza e all'Eterno, la storia. era restituita nelle mani. di Dio , il sogno illuminista messo in scacco quando pareva che vincesse {pag. 26-27)» . È chiaro che la trappola da cui si sente imprigionato il nostro personaggio è di natura metafisica, non rimette affatto in discussione le scelte che ha compiuto, ma l1a valore puramente dialettico, come definizione d i una condizione d'incertezza che è all'origine stessa della nostra condizione 105 Bib_liotecaginobianco
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