Nord e Sud - anno X - n. 46 - ottobre 1963

Mirella Galdenzi valore problematico e provvisorio delle scelte ~he si ·compiono. L'incontro con una realtà allucinante, come quella racchiusa fra le mura del Cotto~ lengo, assume in questo stato d'animo il valore di punto di partenza d'una serie di riflessioni, di domande senza risposta, tese a definire la condizione stessa dell'uomo. Ed è proprio in questo sforzo di definizione che il personaggio - Ormea - diviene per così dire anonimo: è memoria che registra, sguardo che osserva, mente che riflette, quasi che lo scrittore abbia voluto, di proposito, ignorare qualsiasi caratterizzazione in senso naturalistico nella sua creatura letteraria, per assumerla come strumento di risoluzione di un problema rigorosamente i1npostato: « da che punto in poi un essere umano è umano? ». È facile capire che su questa via il romanzo assume il carattere del saggio; ed è proprio da questo punto di vista che bisogna fare subito una considerazione: anche se la narrazione non è perfettamente equilibrata, ed accanto a cose molto belle, come l'incontro fra il nano e l'onorevole (pag. 56-57), o come le pagine sulle fotografie delle monache (pag. 42-43), sono affiancate immagini e spunti in certa misura gratuiti (si veda la descrizio·ne del personaggio di Lia, cl1e nell'economia del romanzo risulta poco chiaro, ed a questo proposito con rnolta puntualità Giansiro Ferrata - in « Rinascita » del 6 aprile - l1a notato una frattura evidente tra prima e seconda parte del racconto), tuttavia Calvino ci ha dato con La gio_rnata di uno scrutatore una interessante proposta di so,luzione ai problemi della narrativa contemporanea. Per vie naturali, insomma, con alle spalle, nella sua storia di scrittore, una poetica di idee, sembra che Calvino sia arrivato ad una soluzione stilistica almeno in parte efficace di quelle esigenze di rinnovamento che da u11 lato propongono la tentazione dello obiettivismo puro (si pensi alla école du regàrd, francese) e dall'altro ripropongono stancamente la ricognizione di tipo naturalistico nella realtà particolare che si rappresenta. Non si vorrebbe sbagliare, ma l'ultimo protagonista di Calvino è, prima che personaggio, mente che pensa, che registra e rielabora i dati che le sono offerti. Si direpbe che in Calvino narratore giochi un grosso ruolo l'ambizione dello scienziato, teso a registrare il processo intellettuale in atto, nel momento in cui esso si forma. Cogliere le idee alla radice del loro nascere è d'altra parte suggestione che può spiegare molto bene la natura essenzialm~nte meditativa del racconto. Ora, in•Calvino l'esigenza più urgente è quella di cogliere il senso della condizione umana (e non si pretende perciò di fare qui la storia d'uno scrittore): pertanto il suo linguaggio poetico, che altrove si era risolto nella creazione di una sorta di mito contemporaneo (basti pensare alla trilogia de / nostri antenati) ne La giornata di uno scrutatore si orienta verso un metodo di rappresentazione che tende a riprodurre l'esperienza intellettuale nella sua lucida complessità. La problematica della vicenda, dunque, è assicurata dal tema stesso del romanzo: il Cottolengo, con le sue creature nascoste, i suoi mostruosi prodotti d'una civiltà degenerata, . è luogo per sua natura tale da porre 104 Bibliotecaginobianco •

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