Antonio Ghirelli informazione, li11guaggio, comportan1ento, costume. Direi che questo è il capitolo più affascinante e penetrante del libro, il più ricco di notazioni acute, di a11eddoti diverte11ti: « Per ogni interruzione fu112ionale, intelligeute e spiritosa di un Pajetta -· e, qualche anno fa, anche di un ljzzadri - se ne devono ascoltare decine di questo tipo: -- Onorevole lngrao, non dica bugie, altrimenti le verranno le orecchie lunghe! (On. Tomba della DC) ... - Ha preso un colpo di sole? (Sen. Tonengo della DC) ... - Servitore; quanto ti hanno pagato? (On. Giorgio Amendola) ... Due ingiurie sono rimaste giustamente celebri: Hai la faccia àa somaro! (Sen. Palermo del PCI a De Gasperi) ... - On. Magrì (DC): -- Costoro ... (indicando le sinistre) - On. Fedeli (PCI): - Costoro sarai tu, maleducato!. .. ». Naturalmente non bisogna generalizzare. « Esiste in Italia uno strato sottile, di uo.mini politici di prim'ordine, capaci di vincere il co11fro·nto umano e intellettuale con il grande dirigente eco·nomico, il grande e grandissimo industriale, il grande ecclesiastico, l'intellettuale a livello, superiore, il docente universitario di prima grandezza e, spesso, di sopravanzare tutti costoro quanto a larghezza di vedute, modernità culturale, informazione. Immediatamente al di sotto c'è, invece, a nostro avviso, un vuoto». Qui la denuncia di Cesarini si fa rigorosa: « Il medio professionista della politica non appare assimilabile, quanto a livello culturale e di comportamento, che con l'appartenente alle classi medie-subalterne della popolazio·ne, quando invece le st1e funzioni sono assimilabili a quelle delle classi medie-superiori ». In altre parole, il paesaggio della classe dirigente rispecchia le spaccature feudali che sono ancora caratteristicl1e della nostra società: né si vede come, in regime di partiti di massa, potreb-be essere diversamente. La sostanza concreta, tutta intessuta di fatti e di cifre, di questo libro 11erende ardua una sintesi erte non. sacrifichi necessariamente troppe pagine illt1minate, troppe notazioni 1nalinconiche o argute, di cui il lettore saprà rendersi conto personalmente, come nel caso dell'esemplare contegno civico della stragrande n1aggioranza dei parlamentari o dei loro bizzarri estri poetici, o ancora delle amicizie, dei gusti, degli « hobbies » che ciascuno di essi ha confessato 1 ~!l'attento cronista. Un capitolo bellissimo è dedicato alle assurde pastoie che inceppano, co1ne ebbe a denunciare una volta il socialdemocratico Paolo Rossi, il lavoro dei mi11istri ed in genere il funzionamento rapido della burocrazia di alto livello. Anche l'intervista con Gronchi a proposito delle sue esperienze co1ne presidente della repubblica ha ìl sapore dell'inedito ed è ricca di pe11etrazione psicologica, magari anche di simpatia per un personaggio che pure non uscì di scena, a suo tempo, precisame11te tra gli applausi. Cesarini è tro·ppo giornalista per trascurare tutti gli effetti e le malizie indispens~bili ad alleggerire il peso della materia; ma al tempo stesso sa resistere alla facile tentazione del « réportage » paradossale e tiene fede fino all'ultimo capoverso ad un impegno rigorosamente saggistico. « L'attuale personale politico nazionale è co1nposto da un gruppo di individui piuttosto giovani e in ricambio abbastanza rapido, chiuso al ver102 Bibliotecaginobianco
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