P. A. Allum (Il) Composizione sociale: lavoratori manuali 73,5%; ceto medio 25,1%; borghesia 1,4% DC 20.7 29.l 31.3 (+ 2.2) PCI 30.7 28.1 30.1 (+ 2.0) PSI 6.7 6.7 9.9 (+ 3.2) PSDI 0.7 0.4 2.0 (+ 1.6) PLI 0.7 0.4 4~5 (+ 4.1) Mon. 39.3 30.4 15.1 (-15.3) MSI 2.1 2.5 5.6 (+ 3.1) PRI 0.3 0.9 (+ 0.6) Comunità 0.3 (lii) Composizione sociale: lavoratori manuali 62,8%; ceto medio 30,7%; borghesia 6,5% DC PCI PSI PSDI PLI Mon. MSI PRI Comunità 29.2 13.2 3.8 1.7 8.0 30.5 13.6 28.5 17.2 6.3 2.0 1.5 37.4 5.5 0.4 0.7 26.4 (- 2.1) 21.8 ( + 4.6) 10.8 ( + 4.5) 4.8 (+ 22.8) 9.9 ( + 6.4) 13.8 (- 23.6) 12.9 (+ 7.4) 0.5 ( + 0.1) Il quadro generale di queste zon~ risulta abbastanza ovvio. Il collasso del movimento monarchico, già evidente nel 1958, è continuato. I monarchici rientrano ora al loro posto naturale· tra i partiti minori, ma conservano, fra questi, una posizione di preminenza e un seguito notevolmente superiore perfino a quello del P.S.I. Tutti gli altri partiti hanno assorbito, in misura maggiore o minore, voti provenienti dalle clientele monarchiche, per cui diventa interessante esaminare le eccezioni a questa regola 6 e le differenze nella capacità di assorbimento. L'eccezione principale riguarda la D.C. che al Pallonetto di S. Lucia ha perduto il 2,1 %, mentre nelle altre due zone ha guadagnato rispettivamente il 3,5 e il 2,2%. Bisogna rilevare che il Pallonetto• è quella, fra le zone prese in esame, che presenta la più alta percentuale di borghesia e nella quale il P.L.I. ha realizzato i suoi più sensibili incrementi. Si rileverà dalla seconda parte di questo studio che i due. fatti non sono assolutamente estranei. Quando alla capacità di assorbimento dei voti già monarchici, essa sembra in relazione col dinamismo eletto6 La perdita dello 0,2% subìta dal P.R.I. al Lavinaio non cambia il senso del testo. 80 Bi liotecaginobianco
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