Carla Perotti « Bisogna far piazza pulit~ », dicono i contadif1:i immigrati, e questo sentimento fa da esca all'incendio di altri sentimenti, e di solidarietà che avremmo. creduto inalienabili. L'idea della proprietà, personale, diretta, ereditaria, che ci pareva profondamente connaturata nello spirito del contadino piemontese, salta dai cardini della tradizio·ne. Bastano, per assicurarsi dal rischio dell'avventura, le garanzie che i comunisti offro·no su altre solidarietà: quella familiare, per esempio, o quella confessionale. Quando poi al contadino nato a Marentino, a Leinì o a Mathi Canavese, si è sostituito, il lavoratore meridio·nale, allora il senso d_ella proprietà è già stato bruciato in partenza co·n un taglio netto alle radici, con lo sradicamento avvenuto· in qualche parte del Mezzogiorno, un anno o cinque anni prima. In questo· caso l'individuo condannato dalle servitù politiche e dalla precarietà economica della propria posizione, viene trasformato in modo che la sua antica aderenza alla terra diviene fatalismo, la sua serenità inerzia, la sua globalità sufficienza. Il contadino della Magna Grecia vede a questo punto compiersi l'inversio,ne parodistica del suo Grande Passato .. Egli è ancora un figlio, dell'Ellade, ma è in disaccordo col mo·ndo; sfidato dalla storia altrui, relegato ai compiti più umili, assiste impotente all'esplosione a rovescio del proprio universo. Per riparare i mali della storia, gli agricoltori immigrati ritengono quindi di doversi impegnare più avanti della storia: « il partito comunista è l'unico che ci ha dato la misura della nostra forza», ha detto uno di loro·, e no:n pareva darsi pensiero dell'equivoco col quale la propaganda del PCI ha lavorato in queste plaghe, equivoco che è poi comune, del resto, a molta della propaganda di sinistra, talmente desiderosa dell'unità e tanto timorosa di uno scisma da scavare volontariamente un fossato 1 tra i comunisti puri e coloro che comunisti non sono. Gli altri partiti, che ospitano tra le loro file moltissimi tiepidi, o indifferenti, o incerti, gente, a differenza dei comunisti, << non impegnata », assecondano a perfezione la strategia della quale si diceva, capace di sfruttare la volontà degli immigrati di misurarsi, smettendo di parlare di coesistenze per iniziare il discorso delle dominanze. Dei sessanta contadini immigrati intervistati nei paesi dellà collina, 43 hanno dichiarato di prepararsi a votare per il PCI; di questi ultimi, 30 confermavano per la seconda volta la propria fiducia al Partito. Gli altri 13 erano voti nuovi, cinque dei quali venivano da immigrati veneti. Ponendo a questi elettori una domanda intesa ad accertare se essi giudicassero· incompatibili fede religiosa e voto di sinistra, essi negarono concordamente la realtà di tale antinomia. Alcuni, anzi, impostarono un discorso relativo semmai, ad una presunta inco,mpatibilità tra cattoli70 Bibliotecaginobianco
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