Carla Perotti « vedere con chiarezza ». Dicevano: ora che sappiamo », ed alludevano evidentemente all'essersi accorti di avere subito uno scacco, di essere stati in qualche modo messi alla berlina. Da questa presa di coscienza era derivata la loro « emancipazio 1 ne », concretatasi per forza di cose, per equilibrio di reazioni, nel rifiuto di tutte le posizioni intermedie, delle intenzioni progressiste, delle riforme « di base ». Né alcuno· dimostrò di accorgersi che per la seconda volta la scelta stava per maturare fuori della libertà, nel clima co·ndizionante di circostanze che imponevano una posizione a scadenza troppo vicina e rapida. Perciò la maggioranza, dichiarando di votare per il PCI, dimostrava di crede·re che il dinamismo della ..lotta ad oltranza avrebbe soddisfatto anche il bisogno retrospettivo di quei successi che le erano 1 mancati troppo a lungo, sia in senso politico e personale, che rispetto all'equilibrio biologico e all'eredità ancestrale dei comportamenti. Vittima del rancore, da un lato, e del proprio antico conformismo, dall'altro, l'immigrato meridionale di questo livello ~rede di capire che con _una scelta politica intermedia rischierebbe di alienare ancòra una volta la propria persona originale. Snaturandosi, non « conquisterebbe », rischierebbe la svalutazione della propria persona sociale così come ha rischiato, per il proprio paese, la denominazione di « sottosviluppato ». Lo scheletro della propria storia paesana, i deficit che essa gli ha valso nell'ordine materiale e morale delle cose lo comprometterebbero ancora una volta, egli pensa, se non sottoscrivesse le ch.ances della riuscita sul piano del pragmatismo marxista. In questo modo la differenza tra paese sviluppato- e paese sottosviluppato, tra la Mecca del Nord e le origini oscure della fame nel Mezzogiorno, non gli appare più quale antagonismo tra livelli inconciliabili, ma quale differenza innestata semplicemente, e provvisoriamente, su tassi diversi di accrescimento·. Il p·aese povero dal quale pro·viene appare finalmente all'immigrato come un paese che si sviluppa soltanto meno rapidamente di altri, e il cui ritardo non è da mettere in relazione che con l'astuzia dei « nordisti ». Perciò, egli pensa, occorre - rispetto agli ~omini del Nord, alla classe dirigente, sia in senso industriale che amministrativo e politico - respingerne non soltanto la potenza, ma i valòri. Della scienza di costoro si possono ancora, e per poco, utilizzare le leggi, e meno ancora le leggi che le ricette, i materiali, gli strumenti. Votando a sinistra, l'immigrato si rende conto· di riuscire a vendicare in qualche modo il proprio passato. Riducendo il Nord, . per magìa, a materia prima, gli antichi vassalli contemplano con ironia la propria creazione a rovescio, e la possibilità dialettica del ribaltamento li libera da una cultura, da u-na civiltà alla quale essi h·anno pr~stato troppo a lungo, e pres68 \ Bibliotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==