Editoriale questi hanno difeso finora. Del resto, Krusciov ed i suoi colleghi hanno sempre fornito questa interpretazione di un accordo con gli Stati Uniti; ed è veramente assurdo iniputare loro la piccola astuzia di un'ipocrisia che sarebbe troppo scoperta per avere qualsiasi senso. Così è appena necessario aggiungere che queste considerazioni non limitano affatto l'importanza dell'accordo di Mosca: diremo, anzi, che proprio perché questo accordo è suscettibile di sviluppi benefici per l'intera umanità, coloro che veramente desiderano tali sviluppi devono evitare di abbandonarsi alle volenterose illusioni e devono esigere dai dirigenti di entrambi i blocchi contrapposti non già la de1nagogia della speranza, ma piuttosto il cauto volere che inditgia, la tensione costruttiva che intenda la difficoltà dei problenii reali e in -consegueriza si rifiuti all'improvvisazione e sappia riconoscere i tempi di un'azione veramente efficace ai fini della distruzi011e. V'è poi un'ultima considerazione da fare: che, cioè, probabilmente, si illudono coloro i quali pensano che la logica della rottura russocinese possa ed anzi debba sospingere il movimento comunista di obbedienza moscovita verso posizioni sempre più transigenti. In realtà potrebbe anche accadere il contrario: che proprio la necessità di dovèr resistere, per la prima volta nella loro storia, a degli attacchi da sinistra porti i comunisti d'ispirazione sovietica ad irrigidire le loro linee politiche e ad assumere posizioni più intransigenti di quelle che forse avrebbero assunte in condiziotzi di norn1alità. E poiché nei rapporti i11ternazionali, tra Unione Sovietica e Stati Uniti, v'è un limite inesorabile a tale i11transigenza, non è del tutto avventuroso opinare ' che questa possa manifestarsi in altre aree dell'azione politica del movimento comunista internazionale, ad esempio in quei paesi democratici nei quali esiste tln forte partito comunista. Che è, appunto, il caso dell'Italia. Questi, dunque, sono gli eqitivoci e le confusio1ii che si possotio constatare in quella diagnosi aberrante della situazione internazionale e delle sue incidenze sullo schieramento politico italiano che si è fatta da alcitni dopo l'accordo di Mosca e la cresciitta tensione russo-cinese. Pure, occorre aggiungere che qtlella diagnosi è, a sua volta, conseguenza di uno stato d'animo e di 1nente, di i,na temperie intellettuale e morale che non si possono non denunciare qui ancora una volta. V'è in essa, infatti, un.'ennesima manifestazione di quel complesso d'inferiorità nei confronti del PCI che tor1-nenta da anrii la sinistra italiana, che ne depotenzia la volontà, ne paralizza l'azione e le impedisce di assumere in pieno le site re;sponsabilità. L'idea che non si dia una politica abbastanza di sinistra quando ad essa no11 siano mescolati' in qualche modo, 5 Bibli_otecaginobianco ..
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==