Ermanno Corsi - Clemente Maglietta Tirreno è più pregiato, come dicevamo-, e indicato per i lavori di « associazione». Inoltre i rapporti dei Torresi col Giappone· sono quasi esclusivamente limitati all'acquisto delle perle coltivate. Non resta, dunque, che continuare a pescare nel ,.firreno, ma ricercando nuovi banchi coralliferi, lontano da quelli finora sfruttati sino all'esaurimento. Un'esigenza lar.gamente sentita, poi, concerne lo snellimento delle pratiche di esportazione e la riduzione dei dazi all'importazione, particolarmente forti negli Stati Uniti d'America, in Germania ed in Francia. Un altro aspetto del disagio che investe i « corallari » di Torre, è dato dalla mancanza di « posteggi invernali». Le barche da pesca, infatti, sono costrette a sostare nel piccolo po1 rto 1 per sei mesi all'anno. Ma, essendo la capacità ricettiva dello scalo assai limitata, e essendo i cantieri poco propensi a tenere bloccati gli scivoli per le coralline, molte imbarcazioni sono costrette ad emigrare, a trovare, cioè, riparo altrove; cosicché le spese di manutenzione, di per sé già alte, subiscono un ulteriore aumento. ERMANNO CORSI I ,, guappi " a Casoria ed i pregiudicati nel Porto Ogni trasformazione econo1nica ha conseguenze immediate e mediate sui rapporti umani e sociali è perciò impossibile di fare coesistere a lungo forJlle arretrate ed incivili con la moderna organizzazione di una industria in impetuoso sviluppo. Non è possibile, quindi, la coesistenza della « guapparia » con la struttura economica della industria moderna. A Napoli è invece possibile anche questo! È la contraddizione drammatica che deriva dagli equilibri sociali ed è manifestazione non tanto della nostra incapacità ad inserirci nelle nuove condizioni di civiltà, quanto della carenza del potere pubblico che non spinge i rapporti u1nani verso forme nuove ed è compiacente verso le peggi(?ri forme del passato, soprattutto quando. intaccano i rapporti politici ed elettorali.. Tempo fa abbiamo scritto qualche cosa sui comuni n1inori che si trovano al bivio tra le vecchie strutture e lo svil11ppo di un processo di industrializzazione. Sostenemmo allora la tesi della carenza del pubblico potere e della manifesta incomprensio·ne delle forze politiche provinciali e locali per i problemi nuovi di queste località. Mettemmo allora sotto ac_cusa il sistema della cosidetta « democrazia» locale continuamente oscillante tra le vecchie clientele ed i co1npron1essi fondati sui sentimenti degli uni e gli interessi meno no·bili di certi gruppi di potere. Ponemmo, qundi, come condizione di rinnovamento, l'intervento diretto delle forze costituzionalmente legate alle nuove condizioni di vita e politicamente schierate contro le combriccole locali, riconoscendo tutto l'assurdo di una situazione in 60 Bibiiotecaginobianeo
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