Nord e Sud - anno X - n. 45 - settembre 1963

Ern1anno Corsi dal bianco candido al rosso cupo, e costituisce la caratteristica e il pregio della ricca tavolozza del produttore e dell'oreficeria moderna. Torre del Greco dista tredici chilometri da Napoli, ma ormai fa parte della periferia urbana. È una cittadina dove il corallo è un'istituzione: si distende ai piedi del Vesuvio, su una st1perficie di circa trenta chilo·metri quadrati, con una popolazione di 80mila abitanti. La fascia costiera registra le punte massime di densità. Impulsi nuovi e una ventata di modernità hanno completamente trasformato la struttura del vecchio ed antico borgo di provincia, noto, fino a qualche anno fa, solo perché le famiglie dell'alta borghesia napoletana vi possedevano villette o « romitaggi ». Il « miracolo economico » vi si scorge soprattutto per le conseguenze negative che l'hanno accompagnato: la massiccia speculazione edilizia, l'affollamento del « centro», lo spopolamento della campagna, l'utilizzazione « scientifica» delle aree fabbricabili (in tutt'Italia, Torre del Greco è l'unico paese che abbia raggiunto il rapporto di una stanza per abitante). La situazione urbanistica sembra, quindi, giunta ad un punto di rottura, mentre incalza la necessità di nuo-ve strade e di una migliore articolazione della « città » coi rioni periferici di recente costruzione; soprattutto appare impossibile rinviare ulteriormente la costruzione, sul fianco del litorale, del tronco di strada che dovrà congiungere Torre del Greco con Torre Annunziata, al fine di attrarre sulla prima le corre11ti turistiche dirette a Sorrento. Su ottantamila abitanti, i marittimi sono oltre quindicimila, gli artigiani non meno di cinquemila (prima dell'ultima guerra se ne contavano diecimila), gli addetti all'agricoltura seimila. I mestieri hanno, però, un margine di comunicabilità, e di coabitazione, co1ne dimostra la « doppia figura» del marittimo-artigiano: colui, cioè, che alterna all'imbarco la lavorazione del corallo. Una vastissima « sacca », quindi, di occupati saltuari gravita intorno all'artigianato, artistico, la cui pratica diventa sempre pii.1 prerogativa ed « appannaggio » di un ristretto « vertice » di ditte che hanno finito con l'assorbire le minori. La convenzione con la Francia, per ottenere il permesso di pescare intorno alle coste della Corsica, per alcuni operatori sembra l'unica soluzione, tanto più realizzabile in quanto si tratta di paesi che sono membri del Mercato comune europeo. L'approvvigiona1nento del corallo sarebbe così un fatto sicuro, almeno per i prossimi vent'anni. Altri commercianti, invece, prospettano un'alternativa: allargare l'area di pesca nel Tirreno, lontano dalle coste della Sardegna: la ricerca di nuovi banchi coralliferi dovrebbe, però, essere « concordata», frutto, cioè, della unificazione delle ditte che attualmente monopolizzano a '"forre del Greco la lavorazione del co(allo. L'ar~amento di una «corallina», con tutte le attrezzature più moderne, comporta t1na spesa di dieci milioni: per una pesca di tipo estensivo, che voglia cioè dragare nuovi fondi, lontano dalle zone finora tradizionali di scandaglio, occorrono almeno 15-20 unità, per una spesa complessiva superiore ai 150 milioni. Onere insostenibile per un solo, piccolo, armatore o per una sola ditta; mentre un «consorzio» garantirebbe la continuità del 58 Bi liotecaginobianco

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