J Editoriale La conclusione dell'accordo anglo-russo-americano sulla sospensione degli esperimenti nucleari e il co11tenzporaneo aumento della tensione ideologica e politica tra l'Unione Sovietica e la Cina hanno avuto, negli ultimi tempi, gli onori dei titoli a nove colonne e sono stati salutati dai più come avvenimenti di eccezionale importanza. Ed era giusto che così fosse, perché l'uno e l'altro fatto potrebbe veramente segnare una data nelle vicende dell'equilibrio di potenza nel mondo contemporaneo. Tuttavia, rion è l'aspetto internazionale di questi avvenimenti, la cui rilevanza, come s'è (!CCen11ato, è già stata molte volte e molto autorevolmente sottolineata, che c'interessa ora, ma piuttosto certe conclusioni che se ne sono volitte trarre i1i Italia da parte di alcuni g·ruppi e giornali di sinistra, conclusioni che tendevano a stabilire un nesso diretto tra quegli avvenimenti e gli sviluppi della politica interna italiana, e dunque a creare pericolosi equivoci e gravi confusioni. Si è detto, infatti, che la tensiotie e la rottura tra Russia e Cina non solo erano fatti di enorme i1nportanza dal punto di vista dell'equilibrio internazionale e dei problemi che questo ha posto finora, ma lo erano, altresì, dal punto di vista dell'evoluzione mondiale del comunismo, perché ormai anche 11el movimento comitnista esistevano uffi- ' cialmente una destra ed una sinistra, e i partiti cornunisti, i quali s'erano schierati al fianco di Mosca e contro Pechino, sarebbero stati avviati, dalla logica stessa del loro conflitto con l'estremismo di tipo cinese, su posizioni, per così dire, sempre più transigenti sul piano ideologico e politico. E non è difficile immaginare la deditzione che da un tale ragionamento si poteva trarre e si è tratta per ciò che riguarda la situazione italiana: la rottura russo-cinese avrebbe finito col creare, a scadenza più o meno breve, una disponibilità democratica del Partito Comunista Italiano, la possibilità di accordi col PCI per una politica di radicali riforme nel nostro paese, se non addirittura un rovesciamento totale degli attuali equilibri politici. A questo modo, lo stesso centro-sinistra si verrebbe a configurare come una formula tran- . ' sitoria, come un ponte verso diverse e più ambiziose operazioni, perché le forze della sinistra democratica in esso impegnate. saprebbero, fin dal principio, che ad un dato momento esse potrebbero cambiare una parte almeno dei cavalli della diligenza, sostituire, ·cioè, ai democri3 Bibnotecaginobianco
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