Nord e Sud - anno X - n. 45 - settembre 1963

Note della Redazione governo transito.rio dell'on. Leone, d'altra parte, acquisterebbe un importante titolo di merito qualora prendesse subito le deci_sioni sollecitate dalla Commissione e imponesse alla Camera di discuterle. E· c'è da augurarsi comunque che, nei confronti delle proposte formulate dalla Commissione, il governo assuma una posizione altrettanto responsabile dal punto di vista civile e politico di quella che fu presa pro_prio dall'on. Leone nella sua polemica pubblicistica con Camelutti a proposito dei frati di Mazzarino. Vogliamo, infine, dare particolare risalto a una delle proposte fo.rmulate dalla Commissione d'inchiesta: « rigorosa selezione del personale statale in servizio nelle provincie infestate dalla mafia ». È tradizione, infatti, della nostra burocrazia di spedire in queste _province coloro che si distinguono per uno scarso, se non addirittura cattivo, rendimento. Del resto, la stessa proposta della Commissione comporta ùnplicitamente, come è stato rilevato da « Il Mondo » del 20 agosto, « una denuncia del favoritismo pubblico, della corruzione negli uffici statali ad opera dei _privati, della ' irresponsabilità ' dei funzionari e dei dirigenti politici». Inoltre - e lo ha tempestivamente osservato Adolfo Battaglia su « La Voce repubblicana » del 25-26 luglio - non devono essere certo delle gran teste e dei servitori sagaci della sicurezz0; democratica quei funzionari di Pubblica Sicurezza in servizio nell'Isola che si sono riuniti con il prefetto di Palermo per inviare al Miriistero degli Interni un promemoria nel quale si chiede il ripristino del confino di polizia, incottipatibile co·n la Costituzione, come se non vi fosse di più e di meglio da chiedere: non sarà con questi funzionari - i quali, « invece di pensare a far applicare la legge fondamentale dello Stato, cioè la Costituzione, e le sentenze della Corte Costituzionale, che stabilisc·orio quali norme in base ad essa sono legittime e quali illegittime, pensano al modo di aggirare la legge, di superarla, di truffarla » - che la mafia potrà essere debellata. La proposta della Commissione relativa a una _più « rigorosa selezione del _personale statale in servizio nelle province infestate dalla mafia» deve, quindi, essere considerata assolutamente pregiudiziale. È veramente augurabile che ci si renda conto finalmente della necessità di mandare i funzionari rrieno meritevoli ad educarsi in quel di Cuneo e non, come proverbialmente si dice, a Canicattì. In un altro suo articolo (27-28 luglio), Adolfo Battaglia ha pure rilevato che la mafia potrebbe uscire rafforzata dal tipo di reazione che si è avuto in Sicilia dopo le esplosioni del 1nese di luglio: la polizia, infatti, ha proceduto contro i boss locali del'la mafia con una serie di retate, ma non ha messo ancora le mani sulle « vere menti dirigenti dell'organizzazione mafiosa;>; onde c'è da temere che - quando, come sempre è avvenuto, gran parte degli arrestati di questi giorni dovrà essere rimessa in libertà - la fama di intoccabilità- e di potenza occulta dei grandi capi mafiosi « sarà stata _perciò una volta di più esaltata dalla momentanea bufera abbattutasi sull'organizzazione ». La preoccupazione avanzata da Battaglia è sacrosanta; e sarebbe veramente il colmo dover constatare che a puntellare una mafia quanto mai indebolita intervengano gli errori dei pre,fetti, dei questori e dei commissari. , 46 Bibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==