Note della Redazione ,, sull'« Espresso » del 25 agosto. La tesi che gli uomini politici e i parlamentari sono «profani» iri certe 1naterie tecniche ed economiche è una tesi tipicamente qualunquista e la respingiam.o con forza. Ma dobbiamo pure onestamente chiederci se no11 sarebbe stato meglio che l'on. Saragat - prima di scendere in campo e prima di provocare nuovi « vuoti » e nuove « fratture » all'interno dello schieramento che dovrebbe unire i socialdemocratici con i repubblicani ed i socialisti « in, un arco di volontà politica unitaria» ·- avesse cercato di avere uno scambio di idee o con lo stesso prof. Ippolito o per lo meno con quegli uon1ini del PRI e del PSI che, per aver seguito COrf'l particolare co1npetenza i problemi della politica del CNEN, potevano forse chiarire, o essere invitati a chiarire, i dubbi che altri hanno sollevato; e comunque, intorno a tali dubbi dovevano essere te1npestivamente informati. Non sarebbe stato meglio, cioè, se l'on. Saragat avesse sentito anche l'« altra campana», tanto più che si trattava di una campana il cui rintocco politico non è in stridulo contrasto co11i toni della impostazione di politica generale che lo stesso on. Saragat e la socialde1nocrazia dicono di perseguire? Certo che sarebbe stato n1eglio. Si sarebbe potuta evitare poi la tendenziosa presentazione, o interpretazione, da parte di un giornalista settariamente ostile al centro-sinistra, dell'intervista che l' on. Saragat ha concesso - inopportunamente, ci sia consentito dirlo - al « Corriere della Sera ». E comunque si deve riconoscere che questa volta repubblicani e socialisti hanno tenuto i nervi a posto e, quando hanno dovuto replicare polemicamente agli artico.Zi dell'on. Saragat, lo hanno fatto con grande senso della misura. Non sappiamo, nel mo1ne11to in cui scriviamo_. quali ulteriori sviluppi potrà avere la polemica, sia in termini di politica nucleare, sia in termini di politica generale. C'è un rilievo, però, che deve essere fatto subito. Si è preso spunto dalla _polemica sulla politica del CNEN per un rilancio aella tesi cara alla destra economica e per cui quest'ultima cerca di diff erenziarsi dalla destra politica: la tesi della scelta che si pon,e fra il centro-sinistra « buono », di lSaragat, e il centro-sinistra « cattivo », sprecone, avventato, infl,azionista ecc., di Fanfani, La Malfa, Lombardi. Ma quando la destra economica fa avanzare dai suoi giornali questa tesi, essa 1-zonsi propone in realtà di avere il centro-sinistra « buono» invece di quello che essa considera « cattivo », 1na né più né nieno che di avere un centro-sinistra debole, perché diviso. L't-tnico centro-sinistra possibile è quello con Moro e con Fanfani, con Saragat e con La Malfa, con Trernelloni e con Lo1nbardi; e sarà forte e stabile se saprà portare avanti la politica delle case, delle scuole, degli ospedali e delle pensioni, rispetto alla quale, però, la politica della programmazione e delle aree edificabili non è un'alternativa, ma il presupposto. Quando le sortite dell'on. Saragat sembrano accreditare la tesi che vi siano due . centri-sinistra possibili, ne risulta indebolita, pertanto, la prospettiva del centro-sinistra stabile e torte, capace di provvedere alle case, alle scuole, agli ospedali perché capace di impostare la program1nazione; capace di durare e di agire perché animato da una volontà politica_ unitaria, specialmente in quella che dovrebbe essere la sua ala marciante, laica e socialista. 43 Bibliotecaginobianco.
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