Linee di un program1na per lo sviluppo turistico del Mezzogiorno solo parzialmente divisibili (mentre nelle località di destinazione dei turisti si ha necessariamente un aumento di tali capitoli di spesa). Viceversa, il turista spende gior11almente nel periodo e nelle località turistiche molto di più di quanto non sia di solito fare per il resto dell'anno. Nelle località turistiche, infine, non solo i servizi pubblici, ma anche le stesse attrezzature private specificamente destinate al turismo (alberghi, agenzie di viaggi.o, esercizi specializzati, ecc.) risultano inadeguatamente utilizzate a causa della stagionalità del turismo, e quindi di ammortamento relativamente più pesante che in investimenti alter.nativi. In altri termini, se come non par dubbio i consumi turistici tendono ad espandersi riducendo inversa1nente la capacità di risparmio e di investimento private, può avanzarsi il dubbio che una politica di deliberata forzatura di certi consumi nazionali (quelli, appunto, turistici) non sia la più indicata per un paese che non abbia ancoTa raggiunto il pieno impiego e la migliore utilizzazione delle proprie risorse produttive. In queste condizioni potrebbero forse trovarsi, almeno in teoria, impieghi alternativi dei capitoli disponibili per il turismo, impieghi· capaci di portare un più sostanziale contributo all'aumento del reddito nazionale. Senonché, in un'economia di 1nercato, la compressione di certi co11sumi - a parte la controversia sui loro effetti - non appare per nulla facile, nen1meno quando si tratti di turismo all'estero di cittadini italiani, dato l'interesse dell'Italia, co1ne paese turisticamente privilegiato, per la totale liberalizzazione dei flussi turistici. ~ Per concludere su questo complesso argomento, pare legittimo affermare che, nel caso specifico dello sviluppo, turistico del Mezzogiorno, anche il turismo nazionale proveniente dalle regioni ce·ntro-settentrionali più ricche debba essere incentivato per almeno due motivi: per il suo effetto di redistribuzio·ne del reddito da zone sviluppate a zone meno avanzate dello stesso sistema economico; per tentare di ridurre, con l'offe;rta di un pro·dotto « nuovo » come il Mezzo,giorno, la concorrenza che le destinazioni estere già esercitano fra i turisti italiani del « triangolo industriale » nei riguardi delle tradizionali (ed ormai supercongestionate) destinazioni turistiche del Centro-settentrione. È, infatti, evidente che attirare nel Mezzogiorno un turista nazionale, che altrimenti si sarebbe recato in Spagna o in Grecia, equivale - ai fi11i dell'effetto sulla bilancia dei pagamenti - all'attirarvi un turista straniero. Ma poiché non è pensabile di smistare verso il Mezzogiorno che una parte ridotta dei turisti italiani che o-g.gi si recano all'estero, data la scarsa sostituibilità dei due « prodotti turistici », è evidente che l'incre27 Bibliotecaginobianco
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