Nord e Sud - anno X - n. 45 - settembre 1963

Spartaco AnCl:nia baie di sviluppo del Mezzo·giorno presenta una difficoltà addizionale rispetto ad un analogo discorso riferito all'agricoltura e all'industria. Mentre non è probabile, infatti, che insorga ambiguità sugli aspetti essenziali del fenomeno eco,non1ico « agricoltura » o « industria » in sé - per cui esiste in materia un linguaggio comune fra gli studiosi, ~ solo si può discutere sugli effetti indiretti degli interventi e sulle loro interdipendenze - tale equivoco è piuttosto comune in materia di turismo, fenomeno che nelle sue attuali di1nensioni di « massa » è del tutto recente, e come tale no•n ha ancora trovato una sua sistemazione dottrinaria. Ciò fa spesso dimenticare a uo1nini politici e ad amministratori una considerazione del tutto ovvia: anche in materia di turismo, come in qualsiasi attività economica, si tratta di ottenere un risultato massimo• con l'impiego di mezzi limitati. Come abbiamo visto, il turismo è caratterizzato dal fatto di dar luogo, nell'area che investe, ad una spesa aggiuntiva da parte di non residenti e, quindi, di regola, a carico di redditi prodotti in aree diverse. L'analisi dei flussi provocati localmente da tale spesa turistica per i vari capitoli che la con1pongono (ed a cui abbiamo sopra accennato) permetterebbe di calcolare i suoi effetti diretti ed indiretti, e di inserirli nel quadro delle interdipendenze settoriali della zona considerata. La quantificazione dell'incremento dei redditi e d·ei consun1i locali permetterebbe di calcolare l'etfetto moltiplicatore della spesa turistica. Sarebbe ugualmente determina.bile l'a11mento degli introiti fiscali in seguito all'aumento dei cespiti tassabili causato dalla spesa turistica, come pure il risparmio e gli investimenti da essa provocati o resi possibili. Ma tale analisi della spesa turistica non è ancora stata seriamente tentata in Italia, sebbene la cosa non presenti difficoltà teoriche insuperabili, ma richieda solo l'effettuazione delle necessarie inchieste. In attesa che uno dei vari enti governativi o privati che pure effettuano miliardi di interventi in ca1npo tt1ristico decida di stanziare i pochi milioni necessari a condurre uno studio capace di fornire una base di decisione razionale per le sue scelte (finora grossolanamente, se non proprio deliberatamente, empiriche), è tuttavia opport11no sottolineare la necessità che i programn1i turistici siano· almeno valutati i.n base ai loro, effetti economici diretti (la spesa turistica provocata _nell'area di intervento,) e·d ai costi 11ecessari a provocarla. Obiettivi diversi, e, in particolare, gli effetti sociali su cui spesso si insiste, vanno indubbia111e11te tenuti prese·nti, ma non sopravalutati. Si è affer1nato, ad esempio, da parte di un noto istituto di ricerche economich~ che la valorizzazione turistica, essendo• essenzialmente basata 22 Bibliotecaginobianco .

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