Nord e Sud - anno X - n. 45 - settembre 1963

Lettere al Direttore che non si pensa solamente ai meccanismi costituzionali e quindi ad una soluzione puramente giuridica, . tuttavia quell{(l risposta non mi pare del tutto soddisfacente. La ragione in breve è che; a mio avviso, il problema è definito come proble1na istituzionale, mentre è soprattutto un problema politico, che richiede quindi delle azioni politiche: un sistema non si evolve per partenogenesi, è vero, ma non si evolve che per politica. Sarebbe ·impossibile separare del tutto, lo riconosco volentieri, l'aspetto istituzionale e quello politico; però, al momento della pratica trasf armatrice si può porre l'accento più fortemente sull'uno che sull'altro. Da questo punto di vista direi che gl'inglesi si sono preoccupati soprattutto del lato politico, mentre i continentali hanno sempre avuto fiducia nella «forza» delle istituzioni, il che illumina indirettamente il diverso corso delle storie costituzionali in Inghilterra e sul co·ntinerite. Creiamo pure delle dighe istituzionali; ma esse resisteranno e non saranno travolte se il corso del fiume sarà già stato precedentemente regolato a sufficienza. In altre parole la prima operazione da fare è di natura politica; le istituzioni verranno un momento dopo, quando e come la realtà politica sarà disposta ad accoglierle. Esse devono essere, in un certo senso come un guanto che si adatti ad una nzano.. E non è vero che le istituzioni inglesi si sono sempre « adattate » alla realtà politico-sociale, così da sembrare « espressione » di una. certa società, e non sovrapposte, o impos.te, ad essa? Per questo esse funzionano. Non è degno di rifiessione il fatto che la costituzione inglese sia una costituzione « vigente », ossia realmente esistente e funzionante, come la formri, della sostanza politica, in contrasto col valore largamente semantico di buona parte delle costituzioni europee? Si suole dire che le istituzioni inglesi sono buone: per conto mio dico che è la pratica politica inglese ad essere buona. Attraverso questa pratica politica, e non attraverso le istitu,zioni, si è evoluto il sistema inglese. Bisogna certamente aver presente le necessità di fondo di una epoca, nel nostro caso la stabilità e forza dell'esecutivo; nia non è detto che delle istituzioni siano in grado di funzionare solo perché corrispondono in astratto a queste necessità. Le istituzioni bisogna che corrispondano ad una realtà politica ben precisa; esse funzionano so.Zo finché il sottofondo politico ne garantisce il funzionamento. Allora è su questo sottofondo politico che bisogna operare, e le necessità proprie e le particolarità di esso indicheranno man mano la via da prendere nel campo delle istituzioni. Oggi in Italia si avverte pure, sebbene con minore urgenza che nella Francia pregollista, la sopradetta esigenza dì un esecutivo stabile nel seno di un sistema di istituzioni che riesca a funzionare regolarmente. Ma non sono problemi politici quelli che bisogna risolvere, e con mezzi politici, per raggiungere una soddisfacente regolamentazione dei rapporti esecutivolegislativo? Per esempio, credo sia indiscutibile che una delle debolezze del sistema italiano (la quale infiuisce su quei rapporti) è la non coincidenza, di regola, tra organi dei partiti di governo e organi" dello Stato; questo non permette quella riunificazione dei centri di decisione politica che evita la 126 B-ibliotecaginobianco. l \

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