Lettere al Direttore maggioranza conservatrice, un governo liberale ne poteva venire ostacolato nella sua attività. I conservatori protestarono energicamente, ma il Parliament Bill passò attuando una maggiore riforma istituzionale. Il punto è però che ormai la supremazia della Camera elettiva era così assicurata che non potevano esistere dubbi sull'esito della contesa: politicamente (in senso lato) il problema era già stato risolto da parecchio tempo, perciò bastò dare una ritoccata alle istituzioni. A proposito del Parlamento inglese, il Prof. De Caprariis sostiene: i tempi di oro della Camera dei Comuni sono finiti perché gli inglesi hanno risolto il problema dei rapporti esecutivo-legislativo. A me sembrerebbe più giusto capovolgere l'afferniazione e dire che gl'inglesi hanno risolto il problema esecutivo-legislativo perché i tempi d'oro della Camera dei Comuni sono finiti. Non è questione dell'uovo o della gallina: in realtà dietro le due formulazioni si possono celare quei due modi diversi di pensare questi problemi e di proporre le solilzioni adatte. Sarebbe una falsa impressione se si pensasse che gl'inglesi si sono proposti di risolvere il problema dei rapporti tra esecutivo e legislativo come problemi istituzionali. Essi hanno affrontato a mano a mano quei problemi politici che si presentavano nell'immediato, o se si vuole, preparato la soluzione politica di problemi che da un certo punto di vista appaiono come istituzionali. A questo scopo essi hanno itsato gli strumenti giuridici che trovavano nella loro costituzione, modificandoli nel necessario, o creandone di nuovi. Non si può tacere che questo è stato reso possibile dalla particolare natura della costituzione inglese, estremamente flessibile e pieghevole a tutte le circostanze. Ma anche qui la costituzione inglese è il risultato di un certo modo di pensare le regole costituzionali, che consente di basare la struttura fondamentale del~ l'ordinamento su regole non scritte, che di necessità si creano ad hoc, o s} mettono da parte. Può forse interessare dare un esempio: oggi è la regola che un Governo, sconfitto ad una elezione generale, presenti immediatamente le dimissioni al Sovrano, senza aspettare un voto di sfiducia nel Parlamento. Questa è una regola che rientra nel quadro dei rapporti Governo-Parlamentocorpo elettorale e significa che il Governo viene eletto o mandato via alle elezioni generali: un aspetto quindi dell'organizzazione istituzionale. Ma la prima volta che un Governo rassegnò le dimissioni in queste circostanze fu nel 1867 con Disraeli, quando ormai era maturata una certa situazione politica (o·rganizzazione dei partiti in fase avanzata, disciplina degli stessi, politicizzazione delle elezioni etc.) che rendeva questo comportamento ragionevole e proprio, e il mutamento di quella parte della costituzione ne- • cessario. Arriviamo al nostro problema centrale: come migliorare un sistema pòlitico allo scopo di soddisfare quelle esigenze della nostra epoca, di cui si è parlato. La risposta più conveniente sembra al Prof. De Caprariis essere quella di creare delle dighe istituzionali capaci di contenere ed indirizzare la dinamica politico-sociale, e di creare delle istituzioni che siano a misura dello stato delle società democratiche nel XX secolo. D'accordo 125 Bibliotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==