Giovanni Coda-Nunziante L'Orlando attribuisce questa sostanziale debolezza della dinamicità del settore zootecnico rispetto agli altri, a due fattori: « l'incertezza della politica zootecnica italiana, da un lato, ed 11 grado particolare di concentrazione monopolistica e l'inefficienza della attività distributrice della carne, dall'altro». Osservando poi il valore della produzione agricola complessiva, vediamo che esso presenta un saggio medio annuo di aumento del 2,4% fino al 1965 e dell'l,9% tra il 1965 ed il 1970. Questa riduzione del saggio di incremento tenderà, quindi, ad accentuare il fenomeno della diminuzione dell'importanza relativa del settore agricolo nella formazione del pro·dotto lordo nazionale. Dai dati riportati si può ricavare la tendenza di aumento della produttività per addetto in agricoltura. Questo calcolo vien fatto dallo Autore. secondo due ipotesi in merito alla riduzione della popolazione agricola occupata: la prima avanzata dalla Prof. Cao--Pinna (Le prospettive dei Consumi Alimentari in Italia, 1965-1970-1975, Giuffrè 1962), che prevede al 1970 una riduzione di poco più di 900.000 unità rispetto al 1955/57; la seconda avanzata dal Prof. Saraceno (La Struttura Economica della Società Italiana, Convegno di San Pellegiino, Sett. 1962 in L'Italia verso la piena occupazione, Feltrinelli 1963), per la quale la diminuzione nello stesso periodo sarebbe di circa 2.400.000 unità. Nel primo caso la produttività per addetto verrebbe ad aumentare ad un saggio di poco superiore al 3% annuo, mentre nel secondo tale saggio di incremento raggiungerebbe il 4,5%. La prima ipotesi porta l'Orlando a concludere che il tasso · di aumento della produttività « sarebbe assolutamente insufficiente a frenare l'aumento del divario tra le remunerazioni del settore agricolo e quelle degli altri settori produttivi». Nel secondo caso, invece, le conclusioni sono più complesse, poiché, mentre da un lato si verificherebbe una « attenuazione fondamentale del divario delle remunerazioni», dall'altro questa attenuazione « avrebbe luogo assai più per effetto della fortissima perdita di mano d'opera efficiente, grave di conseguenze soprattutto per il lunghissimo futuro, che non per aumenti della produzione». E ciò sarebbe la causa di altri più gravi squilibri, quali « quelli tra zone di sviluppo, zone di assestamento e zone depresse, e, in sintesi, tra il Nord e il Sud, a carico sosprattu~to del quale sta avvenendo la emorragia ~ forze di lavoro, rendendo assai problematica, per non dire impossibile, per quella grande regione, portarsi al livello di reddito delle altre regioni italiane». La brevità dello spazio non ci permette di approfondire i problemi derivanti dalla differente dinamica dello sviluppo nelle varie regioni italiane, problemi che vengono illustrati, per quanto riguarda l'agricoltura, dallo studio delle stime regionali della produzione. Per questo e per molti altri aspetti, che sarebbe difficile comprendere in una breve recensione, rimandiamo il lettore al testo originale, la cui lettura, ne siamo certi, può fornire lo spunto per numerose altre importanti considerazioni, oltre quelle interessantissime che l'Autore già ci presenta. ,,. GIOVANNI CODA-NUNZIANTE 114 ' B"bliotecaginobianco. I \ I
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