P. A. Allum il primo, ai livelli più bassi, pr~senta una certa so~glianza con il P.L.I., ma nelle sezioni con oltre il l0<ro di elettori borghesi esso perde rapidamente quota, mostrando· che, benché esso vi trovi qualche favore, la borghesia lo ripudia oran1ai quale strumento politico. La stessa conclusione pare valida per il P.D.I.U.M., che declina nelle sezioni con più del 5-10% di elettori borghesi. Lauro ha chiaramente perduto i consensi di questi ambienti, che furono essenziali per i suoi passati successi. Che esso occupi ancora il quarto posto nei seggi a più forte percentuale di elettori borghesi significa soltanto che non sono ancora del tutto scomparsi coloro che, numerosissimi negli anni 50, a parte il lealismo savoiardo O· l'interesse in1mediato, hanno subito l'attrazione del mito di Lauro. · Se ora si confronta110 i risultati di Napoli con quelli esaminati dal Professor Citti per Bologna 37 , pur tenendo il debito conto delle differenti condizioni 38, ci si può fare un'idea delle differenze tra una città del Sud ed una del Centro nord. I.n entrambe il P.C.I. descrive delle curve analoghe, ma con una interessante variazione: mentre a Bologna la curva si appiana alla sua sonunità, a Napoli essa si alza più violentemente. È stato dimostrato che la rapida ascesa di Napoli è un esempio dell'influenza di un gruppo che attira altri elementi 11ella propria orbita, nelle sezioni in cui c'è un'alta percentuale di lavoratori manuali. L'addolcirsi della curva di Bologna è un esempio· della tendenza opposta: la saturazione· (in quanto una certa percentuale dell'elettorato è comunque refrattaria alla propaganda comunista). E questo un feno.meno tipico di una città in cui il P.C.I. è il partito più forte. Il fenomeno che abbiamo notato a Napoli è, invece, caratteristico di un partito fo·rte e ben organizzato, ma in definitiva minoritario, che riesce ad attrarre gli « indifferenti » nel suo campo di forza. Il punto più basso del P.C.I. a Bologna è attorno al 20'fo, a Napoli è del 7,5%; il che significa che Bologna ha un nucleo di voti co•munisti. del 20%, mentre a Napoli esso è inferiore al l0<ro. Per quel ·che riguarda la D.C., a Bologna essa descrive curve che sono virtualmente in opposizio11e al P.C.I. (così come avviene anche sul piano politico); infatti, solo in quella relativa ai lavoratori manuali, essa mantiene una media di cìrca il 403/o nelle sezioni con più del 50-60% di lavoratori, per declinare poi rapidamente, mentre a Napoli essa 37 ARDIGÒ A. e C1rr1 V., art. cit., pp. 220-238 ( e particolarmente: il grafico a pag. 235-236). ... 38 Lo studio cui si riferisce era basato sui risultati delle elezioni amministrative del 1956, in cui la battaglia per il Comune si svolgeva fra l'uscente amministrazione cOIIlunista di Dozza e la D.C. guidata da Dossetti. 100 B"bliotecaginobianco
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