Nord e Sud - anno X - n. 44 - agosto 1963

Enzo Colino nisti emiliani che pure avevano il consenso di la~ga parte della base giovanile. La forza d'urto elettorale comunista è quindi altrove, e non fra i giovani, operai o borghesi. La splendida capacità d'ignorare ragionamenti appena sensati appartiene poi a quei giornalisti che hanno condotto per EPOCA (numero 660, 19 maggio 1963) una inchiesta post-elettorale. Per capire subito l'argomento ecco i sensazionali titoli: « Un allarmante sondaggio in tutta Italia. Votano i giovanissimi: la DC crolla. Abbiamo interrogato migliaia di futuri elettori dai diciassette ai vent'anni e vi presentiamo il volto politico del Paese quale risulterebbe dalle loro scelte, dettate dall'insoddisfazione e dalla protesta: una progressiva erosione dell'area democratica a vantaggio delle ali estreme e confusione tra gli altri partiti ». Il pri1no rilievo sulla esercitazione di fantasociologismo riguarda il campione del futuro elettorato giovanile, indicato genericamente - senza le cifre e i criteri della selezione - pro,porzio·nalmente rappresentativo di « tutte le classi sociali, tutti i mestieri, i diversi gradi di istruzione e i vari luogl1i di residenza ». ~ inutile addentrarsi nel merito dell' « allarmante so11claggio », 111avale la pena sottolineare ancora due elementi negativi. Mentre più valide e serie ricerche a livello scientifico sono d'accordo sulla scarsa partecipazione politica dei giovani (timidamente ripresa su vasta scala da pochi mesi), EPOCA riscontra invece « un vivo interesse per la politica, della quale comprendono bene l'influenza sulla propria vita individuale e sul proprio avvenire ». E subito dopo l'autore dell'inchiesta redazio11ale, Ricciotti Lazzero, (coadiuvato da Ariberto Segàla, Giulio Frisali, Arrigo Petacco, Pietro Zullino e Sandro Meccoli) contraddice le affermazio11i precedenti, meravigliato e addolorato per l'ignoranza di alcuni giovani sulle componenti mazziniani del PRI e sulle confusio11i fra PSI e PSDI. Resta da dire che questi giovani, seppure fossero attendibili i dati raccolti dall'inchiesta, fino al 1968 - anno in cui sarebbero chiamati alle urne - avrebbero tutto il tempo di cambiare idea. Ma un sospetto del genere non sfiora gli Orwell, gli Huxley o - più modestame11te - i Michael Young in formato ridottissimo che hanno raccolto le risposte con aria da profeti. Alla fine è tutto chiaro, la conclusione allarmistica e interessata spiega ]'impegno di una troupe così agguerrita: « Cinque anni di grandioso progresso economico hanno incredibilmente accresciuto l'influenza dei comunisti, oggi più votati di quando l'Italia era soltanto un panorama di rovine e si viveva con la tessera. Domani - rivela drammaticamente questa nostra inchiesta - potrebbe essere anche peggio». Esaminate le proposte avanzate all'inizio di queste note e confron94 Bibliotecaginobianco

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