Nord e Sud - anno X - n. 44 - agosto 1963

Enzo Golino Mumford, Dossetti e Gramsci, Maritain e Dorso, Gobetti e Mounier, Martinetti e Galbraith, Felice Balbo e Talcott Parsons, Mannheim e Monnet, 11ommaso d'Aquino e Adorno, Veble11 e Ardigò, Wright Mills e Vanoni Adolf Berle e Simone Weil, S\tveezy e Padre Lebret, Oskar Lange e l'on. Giulio Pastore, il prof. Saraceno e Schumpeter, l'on. Fanfani e La Malfa, Friedrich Pollock, Jol1n Diebolt, Peter F. Drucker, Burnham, Keynes e via dicendo ... ~la si potrebbe esporre una lunga « titologia » di autori, libri e discipline immersi nel gran calderone neocapitalistico - con un ma11ico sociologico e un manico husserliano degli anni Sessanta. Il filtro culturale dei gruppi giovanili democristiani - ancorché ingorgato e in attesa di sintesi aL1tonome fra il new deal rooseveltiano e le encicliche papali - ha funzionato quindi da recupero e rilancio di convinzioni precise. Percl1é, altri1nenti, le nuove leve di elettori - così critiche verso i partiti - avrebbero dovt1to votare proprio per il partito di maggiorar1za relativa che da anni detie11e il potere? C'è stata, per questi neo-elettori, l'attrazione di un rimescolio che s'identifica con la condizione attuale del paese nei suoi lati positivi e negativi. Alcuni settori della cultt1ra italiana in pochi anni bruciano ritardi di piombo, e i giovani - rifiutino o condividano il rimorcl1io dei coetanei politicamente impegnati -· si sono identificati con un 1nomento particolare, ne hanno preso atto, hanno avvertito affinità elettive. Se molti di essi sono indiffere11ti agli sforzi dell'affrettato cultitrismo culturale della élite giovanile democristiana, c'è sempre il richiamo della società opulenta e tecnologica con il voto liscio e neutro dell'efficienza, senza i pedicelli e le barbe dell'ideologia: uria bella e capziosa mascheratura nonostante le conclamate volontà politiche. Ancora un fattore decisivo l1a influito sul nuovo voto giovanile: lo stato della Chiesa cattolica con l'avvento del Papa Giovanni XXIII e dell'enciclica Pacenz in terris. Ecco la leva che potrebbe aver spinto i giovani più restii e le co11vinzioni culturali malferme a favore di un partito che una volta subiva scoperti ricatti confessionali. La politica vaticana è stata invece intepretata con notevole fretta come un ele1nento che ha convinto a votare per il loro partito i comunisti titubanti, non più scomunicati e non più oggetto di guerre fredde. Forse proprio dal voto giovanile può ve11ire, in parte, la smentita a queste affermazioni, che peccano di semplicità « a se11so unico ». Le perdite della Democrazia Cristiana, senza l'apporto del voto giovanile e dei neoelettori, sarebbero state certamente più gravi ... L'analisi delle ragioni che hanno aume11tato ìa consistenza parlamentare del Partito Comunista ha già individuato le origini di un avvenimento che per molti è giunto inatteso. Da queste fonti - tipico il 92 Bibliotecaginobianco

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