I delfini ra1npicanti trentenni dai più sani e disinteressati ventenni: « La generazione che ha vent'anni oggi è molto differente da quella che aveva venti anni dieci o quindici anni or sono, nata cioè intorno al 1930. Quelli che hanno oggi venti anni sono nati tra il 1940 e il 1945. Essi non hanno conosciuto la guerra, quella guerra che gli altri, i giovani di appena ieri, si videro piombare addosso come esperienza totale negli anni dell'infanzia o della primissima giovinezza. La guerra è un elemento discriminante. Quando i ragazzi che avevano dieci anni sotto i bombardamenti, davanti alle stragi e alle fucilazioni, o che ne avevano quindici in cospetto dei vari liberatori, della fame, dell'arrangiarsi, del primo dopoguerra, dello scatenamento del vitalismo e della difesa della propria individuale sussistenza (costasse quel che costasse in rinuncie morali), quando questi ragazzi ebbero vent'anni - intorno al 1950 - parve naturale che la reazione fosse quella, cl1e in realtà è stata, della sordità morale e dell'utilitarismo spinto ai vertici dell'egoismo, della cl1iusura verso i sentimenti e verso le idealità, della corsa al benessere e, per esso, alla sistemazione, al conformismo, ai rigurgiti (meno pittoreschi) di quell'arrangiarsi di cui gli anziani avevano dato così preclari esempi. Fu, quella nata intorno al 1930, una generazione di giovani che non erano giovani, proprio perché erano stati costretti dalle esperienze subite a rinunciare al loro naturale estremismo e radicalismo, perché avevano appreso a cl1iudersi nel proprio particulare. Da essi vien fuori la categoria dei f a1nelici. I famelici di posti e di stipendi: i famelici di sicurezza come son diventati non per loro· colpa questi conformisti per deliberata scelta di una generazione che fra l'altro esprime gli attuali ducetti dei varl movimenti giovanili politici. Sono i giovani freddi, incomprensibili, che si lasciarono scientemente irregimentare, che accettano tutto pur di far carriera. I giovani che, proprio perché cercano salvezze i11dividuali, fan più presto a diventare massa. I giovani veccl1i che oggi hanno trenta an11i e sembra ne abbiano cinquanta quanto ad abilità e freddezza. Ma i ventenni di oggi sono altra cosa ... dopo la parentesi conformistica della generazione che ha oggi intorno a trenta anni, non sono più giovan,i vecchi. Essi riprendono il loro posto naturale nella società, la loro eterna funzione di critica e di protesta basata sulla mancata realizzazione totale delle idee da parte dei padri o degli anziani. Essi ripropongono, come in ogni epoca della storia, i diritti di una logica astratta e conseque·nziale fin che si vuole, ma appunto per questo giovane e vitale, nonché di una moralità radicale (di un estremismo morale) che presto diventa esigenza di azione di rottura contro le vecchie incrostazioni o involuzioni, che diventa da ultimo politica giovanile, o politica di una gene87 Bibliotecaginobianco
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