I delfini rampicanti può ricavare dall'episodio l'ennesima co·nferma di una situazione di fatto nota da tempo. Cioè la disciplina, per non dire il conformismo, che caratterizza questi movimenti giovanili. Tra le varie cause della scarsa partecipazione della gioventù alla vita pubblica del nostro paese v'è da porre, in primo piano, anche questo. Le direzioni dei partiti hanno sempre considerato i movimenti giovanili come strumenti di propaganda, vivaio di quadri dirigenti, consentendo un margine ristrettissimo di autonomia e guardando con ostilità appena mascherata ogni tentativo di elaborazione dei nuovi valori ». E non dissimili da quelle di Forcella sono le conclusioni di Alessandro Nigro, sul numero 1, febbraio 1963, di « Nuove Prospettive» (una rivista giovanile affiancata alla già esistente « Critica Studentesca », entrambe emanazione del Centro Italiano di Studi e Iniziative per la Gioventù) a proposito di una inchiesta sull'atteggiamento politico dei giovani: « Le federazioni giovanili - indipendentemente dal fatto di essere autonome e meno - oggi si limitano a ricalcare senza fantasia le orme dei partiti, di cui divengono· appendici atrofizzate e in fondo inutili. Esso invece devono agire nel loro campo naturale: il campo giovanile. Individuare i problemi dei giovani, diffonderli, lottare per la loro risoluzione, conservando una autonomia di giudizio e di decisione che oggi non hanno e non possono avere ». Il lato più dannoso degli ambigui legami e intrattenimenti appena accenati consiste proprio nel discredito che i partiti continuano ad (élttirarsi in un momento delicato. È lecito pensare che la polemica sulla partitocrazia non si fermi ai vivaci scontri già avvenuti sui fro1 nti opposti. I colpi di quanti avversano il sistema dei partiti, vibrati con argomenti che il semplice buon senso dovrebbe evitare, possono in un futuro non lontano avallare la sfiducia dei giovani e attirarla verso pericolosi processi d'involuzione. Ecco un esempio dei favorevoli com-- menti dei giovani al manifesto programmatico di Nuova Resistenza: « ... i giovani no·n si riconoscono più nei partiti avendone constatata la verbosità dogmatica in contrasto con la mancanza di azioni concrete, lamentandone la burocrazia contraria alla realtà dei fatti, avendo sperimentato l'impossibilità di adeguarli dall'interno. Il partito uccide il gi9vane e ne limita le possibilità di critica, uguali accuse si fanno ai sindacati, troppo influenzati dai partiti. Lotta per la democrazia, dunque, contro il partitismo, nella quale i giovani possono trovare la loro unità di azione entro i limiti della costituzione ». Eppure il manifesto riconosce che, « se esiste un problema di indifferenza dei giovani alla politica, esso non può essere imputato a difetti di fondo nelle stn1tture costitu83 . Bibliotecaginobianco
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