Nord e Sud - anno X - n. 44 - agosto 1963

« Sicano » Essi però aggiungono che il predetto costo può essere ridotto a 130 lire per unità di zolfo bocca pozzo, e cioè al livello competitivo, facendo refluire sulla gestione mineraria, attraverso la « verticalizzazione » fatta nell'ambito degli stessi produttori, l'utile industriale della produzione di acido solforico, nonché quello industriale e commerciale del solfato· ammonico. Tali utili sono stati calcolati in un miliardo e 300 milioni, per cui, ipotizzando una produzione di 800.000 tonn/a di minerale ad un tenore medio del 25 per cento, la quota addizionale del ricavo• per unità di zolfo sarebbe di lire 65 circa e porterebbe il ricavo complessivo per unità - partendo dalla cifra di lire 130, corrispondente, sulla base del livello dei prezzi internazionali, all'importo della vendita del minerale a bocca pozzo - a lire 195 per unità di zolfo, sufficiente ad assicurare una gestione economica a molte aziende minerarie. Il « piano di minima », oltre a basarsi per la riorganizzazione delle miniere sulla legge regionale del 1959 e sul meccanismo non certo semplice del ristorno alle miniere degli utili della « verticalizzazione », considera possibile l'acquisto annuo da parte dei complessi chimici già operanti in Sicilia del1'80% (pari in cifra assoluta a 280.000 t/a) dell'acido solforico che sarà prodotto nei forni da in1piantare a Catania e a Porto Empedocle, ad u11 costo variabile da L. 9.040 a L. 9.270, al quale vanno aggiunte le spese di trasporto dai forni agli stabilimenti chimici 11onché gli utili che la « verticalizzazione » dovrà assicurare all'industria zolfifera. Ora, a parte l'entità dei quantitativi previsti, fino a che punto i complessi chimici siciliani della SINCAT e della Montecatini, che sono autoproduttori di acido solforico (da piriti e da minerali di zolfo) co11 impianti che hanno richiesto notevoli investimenti di capitali, avranno convenienza a rifornirsi presso le due nuove fabbriche del Consorzio produttori zolfo? Ecco uno dei punti fondamentali da approfondire, poiché se, come probabile, tale convenienza non dovesse sussistere, l'acido solforico prodotto dai forni che il piano prevede di installare a Catania e Porto Empedocle dovrebbe trovare - prezzo permettendo - il suo principale sbocco sui mercati continentali ed esteri. 1:'-nche il « piano di massima » non manca di incognite. Esse riguardano soprattutto le ipotesi avanzate per la « verticalizzazione » che non sembrano tener conto delle condizioni di raggiunta saturazione del mercato sia dei fertilizzanti chimici che degli antiparassitari. Vi è poi il problema del reimpiego dei lavoratori zolfiferi licenziati che il piano prevede di risolvere con il trasferimento. previa riqualifica76 Bibliotecaginobianco

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