Mario Pacelli della città, edificare nella parte più lontana, attendere che la superficie lasciata inedificata aumenti di valore e quindi rivenderla. In verità già la legge urbanistica del 1942 tuttora vigente contiene i mezzi necessari per reprimere tali abusi: l'art. 18 della legge stessa stabilisce infatti che, in conseguenza dell'approvazione del piano regolatore generale, i comuni, allo scopo di predisporre l'ordinata attuazione del piano medesimo, hanno la facoltà di espropriare, entro le zone di espansione dell'aggregato urbano, le aree inedificate e quelle su cui esistono costruzioni che siano in contrasto con la destinazione di zona ovvero abbiano carattere provvisorio. Tale norma è rimasta peraltro pressoché inapplicata e non si è ottenuto il risultato sperato. È dubbio se maggiore efficacia potrebbe avere una disposizione sul tipo di quella che il C.N.E.L. sembra voler suggerire; non bisogna peraltro dimenticare che, giunti a questo punto, rimarrebbe da risolvere un altro problema, quello cioè della posizione dei proprietari di aree edificabili nei confronti delle determinazioni del piano, problema che lo schema Sullo si propone di risolvere attraverso l'espropriazione generalizzata e la detern1.inazione della relativa indennità a prescin- . dere dalle determinazioni del piano regolatore generale. Una così ampia problematica postula necessariamente la ricerca di soluzioni che non si vorrebbero definire di compromesso, ma che in ogni caso debbono essere assunte non in base a valutazioni astrattamente ideologiche, ma ad una chiara visione della situazione concreta. In altri termini, il problema non consiste tanto nel fatto del mantenimento o meno della proprietà privata del suolo urbano e della sua sostituzione con la proprietà pubblica: si tratta piuttosto di vedere quali correzioni debbano essere introdotte al regime attuale della proprietà privata, affinché questa non contrasti con le esigenze della collettività, nel rispetto dell'art. 42 della Costituzione. Solo ponendo la questione in tali termini è da ritenersi possibile il raggiungimento di un accordo tra le varie forze politiche; solo così entro breve termine potrà aversi una nuova legge urbanistica di cui si avverte ogni giorno di più la necessità. MARIO PACELLI 68 Bibliotecaginobianco
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