l'vlario Pacelli I risultati a cui era giunto il gruppo di lavoro furono consacrati in un documento, in cui si faceva anche cenno delle riserve avanzate dai socialisti. Tale documento fu poi oggetto di trattative a livello politico per la formulazione del programma del nuovo governo. Tuttavia, se in tale sede si poté raggiungere un accordo su quello che concerneva i criteri per la determinazione dell'indennità da corrispondersi agli espropriati, permaneva invece un dissenso a proposito del diritto di superficie. Il P.S.I., ad un certo punto, recedette dalla richiesta dell'adozione del sistema del diritto di superficie, ma chiese che si addivenisse al criterio dell'esproprio generalizzato, da parte del Comune, delle aree edificabili, salva la po,ssibilità di goderne poi la proprietà, e non più il diritto di superficie, una volta urbanizzate. A questa richiesta il Presidente del Consiglio designato ritenne di non poter consentire, sostenendo eh.e in tal modo si sarebbe ostacolata l'attività edilizia per alcuni anni, data la situazione di incertezza che si sarebbe determinata sul mercato delle aree. Anche su questo problema si manifestò così un dissidio fra i quattro partiti, dissidio che contribuì al fallimento delle trattative iniziate. Di qui l'occasione per alcune considerazioni di un certo interesse. In primo luogo è da ritenersi indubbiamente un fatto positivo che i problemi urbanistici abbiano formato oggetto di esame sul piano politico. È da lungo tempo ormai cl1e gli urbanisti italiani più impegnati vanno ribadendo che l'urbanistica non si identifica con il « town design » né con il « town planning », ma ha un diverso e più ampio contenuto, riguardando tutti gli aspetti della vita sociale ed economica che sul territorio si svolge. Di qui l'esigenza di una impostazione politica ed istituzionale dei problemi urbanistici, esigenza espressa tra l'altro nella relazione introduttiva presentata dal prof. Valori al Convegno di studio tenutosi a Napoli nel giugno 1961, sul tema: « Aspetti della pianificazione urbanistica in Italia», e promosso dalla Democrazia Cristiana. Affermava il prof. Valori nella sua relazione, a proposito di una certa tendenza a voler impostare e risolvere i problemi urbanistici su un piano esclusivamente tecnico, che « l'indirizzo tecnico deriva da una sostanziale sfiducia nel regime democratico ... (e) ... aspira a stabilire un rapporto semplice e spicciativo tra autorità ed energie della città. Queste energie saranno abbandonate di fatto a se stesse, limitar1dosi l'autorità a pure indicazioni formali che subiranno interpretazioni tendenziose; oppure, al contrario, l'autorità tenderà ad imporre dall'alto tutta intera l'operazione urbanistica in modo tirannico e unilaterale ». Si tratta in effetti di problemi che riguardano tutta la vita comunitaria che sul territorio si svolge e che ha indubbiamente bisogno di essere ordinata e strutturata. La città esprime in ogni epoca le istituzioni ed il costume di un popolo, proprio perché le strutture sociali sono in un rapporto di stretta connessione, come la storia ha sempre dimostrato, con le strutture dei centri urbani. I problemi urbanistici hanno dunque un indubbio contenuto po1 litico e 66 Bibliotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==