Laura Fabbri alla Sanità, che aveva goduto sempre delle preferenze procurate dall'apparato ecclesiastico e dall'AC, riesce a malapena a farcela, ultimo con distacco nella circoscrizione. Vengono invece eletti: Codacci Pisanelli, ormai sicuro del suo elettorato, collaudato più volte (65.000 preferenze in provincia di Lecce), Vincenzo Marotta, segretario provinciale della CISL, che si è soprattutto distinto per una positiva azione in favore dell'industrializzazione, Giacinto Urso (57.000 preferenze in provi11cia di Lecce), il quale - segretario provinciale negli ultimi tempi - aveva cercato di distogliere la DC dalle solite posizioni di destra, sollevando, attraverso il « Popolo del Salento », problemi che erano stati per troppo ten1po considerati tabù, in polemica diretta con un settimanale fascista, « La Voce del Sud», e con la liberale « Tribuna del Salento ». Un candidato che si presentava con una netta fisionomia di sinistra, il barese Zurlo, sindacalista dell'Ente Riforma, cade invece nell'errore di adoperare anche lui i vecchi 1netodi elettorali paternalistici, usando dell'apparato dell'Ente; e viene clamorosamente sconfitto, a riprova che l'Ente stesso non serve ormai più per fare eleggere i propri candidati. Nel collegio senatoriale è il trio11fo di Agrimi, con 51.000 voti. Massari, dai suoi 30.000 voti del '58, cala a 8.000 voti. Nella sola città di Lecce, dove il prestigio di Massari avrebbe dovuto essere maggiore, il rapporto fra i due candidati è di uno a due: Massari 6220, Agrimi 12.445. Una sconfitta significativa è quella del candidato liberale, De Luca, il quale, come capogruppo liberale nel Consiglio Comunale, si era distinto per alcune brillanti operazioni edilizie. La sua sconfitta è tanto più significativa se si contrappone alla elezione alla Camera, se1npre per il partito liberale, del prof. Bonea, di cui parleremo. I comunisti, anche nella circoscrizione Lecce - Brindisi - Taranto, aumentano la loro percentuale (da 19,8 al 22,2%), ma non a discapito dei socialisti, che dal 10,1 passano al 10,9%. In Lecce città, però, i comunisti rimangono fermi, mentre i socialisti dal 6,5 passano all'8,1 %. In provincia invece i comunisti passano dal 14,9 al 16,1, mentre i socialisti dal 6,8 arrivano al 9,4%. Nel collegio senatoriale di Lecce, il candidato socialista, Maddalo, ottiene 15.746 voti, contro i 10.000 del '58; e in quello di Gallipoli, Tarricone quasi raddoppia i risultati del '58, con 12.563 voti. Il Partito liberale ottiene un solo seggio e il candidato scelto dalle preferenze è, come si diceva, Bonea, il quale, successore di Massari come sindaco di Lecce (in realtà assessore - delegato di un sindaco inesistente) aveva cercato di non seguire le orme del suo predecessore e di prendere sul serio i problemi e le difficoltà del Comune, senza riuscirci, però, perché i suoi partners erano di tendenze e di interessi troppo diversi. Ma la sua serietà è stata premiata dall'elettorato, e i voti liberali alla Can1era per la città di Lecce sono stati 6792, quasi tutti con preferenza a Bonea, con una bella differenza rispetto al candidato al Senato che ne ottiene soltanto 4115. Anche il PRI aumenta i suoi voti, passando da una percentuale· di 0,6 a 1,0, mentre ·il MSI discende, da 11 a 9,4 (e in Lecce .città, da 16,8 a 12,8). 64 Bibliotecaginobianco
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