Antonio Vitiello - Gianni Giannotti tario. Ma ormai la protesta dell'automobilismo archeologico è stata assorbita, accorsate imprese industriali producono auto « in stile», e guidare una Bentley 4 litri e ½, 1929, costruita nel '63 significa farsi prendere in giro dall'ordine che si vuole criticare. Rischi analoghi corre il neo-dadaismo: se oscilla, per la sua ambiguità ideologica, tra la critica del consumo ~ la sua apologia, non è escluso che possa essere incoraggiato alla seconda. Il neo-dadaismo, quindi, prima di essere rifiutato od accettato va soprattutto compreso e spiegato, e si è visto come la sua stessa validità sul piano del gusto va riccì~cata nel prevalere, tra il suo pubblico, di un atteggiamento utilitaristico verso i beni e gli oggetti. Esso rin1ane, tuttavia, un epifenomeno che testimonia le resi tenze, opposte sul piano della quotidianità e della psicologia individuale, ma non per questo trascurabili, al processo di razionalizzazione della società moderna, processo che può essere rifiutato od accettato; rappresentando corntinque il perno, quanto di più proprio ed esclusivo animi i te1npi nostri. ANTONIO VITIELLO Scuola e sviluppo del Mezzogiorno Tra i proble111i-cl1iavc dello sviluppo del nostro l\llczzogiorno è impossibile esagerare l'importanza di una qualifica del ruolo della scuola (Cfr.: SVIMEZ: « Mutamenti della struttura professionale e ruolo della scuola», Roma 1961; id.: « Tra0formazioni sociali e culturali in Italia e loro riflessi sulla scuola», Roma 1962), sino ad ieri cono ciuta nel Sud solo come un privilegio per i figli della borghesia ed un difficile (perché costoso) 1nezzo di evasione dalla fatica e dal discredito del lavoro nei campi per i più fortunati tra i figli dei contadini, ~be, conseguito t1n qualsiasi diploma, potevano aspirare ad una occupazione in qualche ramo della pubblica amn1inistrazione. Purtroppo, a dodici anni dall'inizio dell'intervento per il Mezzogiorno, anche nelle zone più suscettive di sviluppo, sia agricolo (irrigazione) che industriale, la situazione è ben lungi dal potersi definire soddisfacente. Già al livello della scuola ele1nentare, nonostante il gra11 parlare che si è fatto del « metodo globale», prevalgono ancora i tradizionali sistemi di insegnamento: raccontini a memoria, letture e sunti di pagine il cui contenuto manca di ogni riferimento alla realtà dell'an1biente in cui l'alunno cresce e dovrà domani assumere le proprie responsabilità di cittadino e di lavoratore. La lettura dei cornpiti delle ultin1e classi elementari nelle scuole di con1uni interessati dall'intervento della Riforma fondiaria, o compresi nei recenti Nuclei di Industrializzazione (nel Metapontino, per esempio, o nel comprensorio del basso Volturno), rivela livelli bassissimi di pre- . paraz1one. 58 Bibliotecaginobianco
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