Nord e Sud - anno X - n. 44 - agosto 1963

·' GIORNALE A PIÙ VOCI Europa intelligente, Italia astratta Nel volume L'Europa intelligente (ed. Rizzali, 1963) uno dei migliori giornalisti dell'ultima generazione, Alberto Cavallari, ha opportunamente raccolto una serie di articoli che comparvero• lo scorso anno sul Corriere della Sera, frutto d'una molto accurata inchiesta svolta in forma di successive interviste coi maggiori cultori e n1aestri di discipline scientifiche dell'Europa non comunista. Molti conosceranno perciò in anticipo tutto, o in gran parte, il contenuto del volume, che non aggiunge molto, se si eccettua una utile nota finale che dà notizie biografiche e brevi ma precisi ragguagli sul1' attività dei singoli scienziati intervistati, agli articoli originari. Non è dunque grande la fatica riservata al recensore, al quale è tolta del tutto la preoccupazione, in lui spesso dominante, di far conoscere il libro di cui deve dar notizia. l\,la in cambio, specie se, pur non facendo professione di scienziato della natura o della matematica, si ritenga a suo modo impegnato nel dare una risposta a certi pro·blemi che sono poi quelli fondamentali del nostro tempo, egli si sentirà inevitabilmente indotto ad accogliere l'invito alla riflessione, che tante pagine del volume rivolgono a chiunque sia pensoso del destino scientifico e umano, dell'Europa e del mondo. Ma vediamo intanto di tirare in qualche modo le somme dell'inchiesta, che Cavallari ha condotto con ammirevole spirito d'indipendenza, con fluidità di stile, semplicità e insieme precision.e di linguaggio e infine non senza vivo gusto dei contrasti e dei personaggi (magistrale soprattutto, se vogliamo assolutamente ridurre al minimo l'esemplificazione, il ritratto di Louis De Broglie). Queste somme, intanto, derivano da fattori incredibilmente omogenei, perché tutti i pii,1 autorevoli uomini di scienza intervistati (e le domande vertevano quasi sempre sui temi della situazione dell'Europa occidentale dal punto di vista della ricerca scientifica e dei rapporti di questo col potere politico) hanno reagito senza esitazioni, in senso negativo ai passati e presenti tentativi dei governi di condizionare per fini di potenza, coi loro interventi, la ricerca. Ecco le risposte pù significative, che non si stenta a credere autentiche e non « sintonizzate» da Cavallari. Dirac, fisico nucleare inglese: « Non si giudica in base agli scienziati che lavorano agli ordini dei ·governi. La solitudine dello scienziato è essenziale. La scienza ha bisogno di umiltà, oltre che di mezzi. .. Io odio lavorare in équipe, come odio lavorare per la difesa»; Blackett, presidente della British Association ed esperto di armi atomiche: « Nessun governo può far nascere le idee scientifiche quando gli pare»; Todd, premio Nobel per la biologia: « La vera luna da esplorare è l'uomo »; De Broglie: « Nella scienza è come in politica. Il dubbio irrita. Si è accusati di deviazionismo se si solleva qualche obbie49 Bibliotecaginobianco

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