•I Note della Redazione professori di diritto costituzionale di qualsiasi nazionalità, ma non sta in piedi nella realtà. È sempre la concreta dinamica politica che dà valore alle norme di uguaglianza giuridica; talché si può dire veramente che fino a quando non vi sarà in Russia od in un altro qualsiasi regime comunista la libertà politica, non vi sarà neppure né stato di diritto né legalità autentica, comunque la si voglia specificare. Questa è la sostanza delle cose: ed è questa sostanza che accomuna il regime di Krusciov a quello di Stalin. Certo dieci anni non sono trascorsi invano: il terrore, almeno nelle sue manifestazioni massicce e fisiche, pare scomparso, le condizioni di vita dei russi hanno avuto qualche miglioramento; si sono corretti niolti errori della gestione economica dei tempi staliniani. Ma riconoscere queste verità elementari non può indurre a mettere tra parentesi che restano da risolvere in Russia e nei regimi comunisti dovunque nel mondo quei problemi di fondo che fanno di ogni paese una società libera e democratica. Queste considerazioni possono parere a prima vista contraddette dal terremoto che sta devastando i rapporti tra la Cina e l'Unione Sovietica e che sembra avere s_pezzato il sistema mondiale comunista, una volta nionolitico; e tanto più contraddette da fatti come l'accordo nucleare di Mosca che sembrerebbe implicare tutto un nuovo corso non solo della politica estera sovietica (avremo del resto modo di tornare diffusamente su questi argomenti nei prossimi numeri della rivista). Ma non bisogna confondere i problemi: una cosa è riconoscere che Krusciov può volere una politica estera n?eno assurda di Mao; un'altra cosa è giudicare per quello che è il sistema interno kruscioviano. La confusione di queste due cose è un errore pericoloso; un errore da evitare. 48 Bibliotecaginobianco
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