NOTE DELLA REDAZIONE Gli amici degli amici Ora che a Palermo si sono verificati episodi gravissimi che si aggiungono come nuovi anelli alla lunga catena di delitti della n1afia, tutta la stampa nazionale e tutte le correnti politiche si sono affrettate a gridare che è ora di finirla e di impegnarsi a fondo su tutti i piani perché siano estirpate le radici del fenomeno per cui una triste fama aleggia sulla Sicilia e oramai sul paese intero. Ma di questo fenonieno si conosce la gravità da un secolo; e sono per lo men,o dieci anni che si è potuto constatare come esso sia venuto assumendo dimensioni e caratteristiche se111pre più vistose ed aberranti. La stan1pa di destra, tuttavia, della destra 1noderata non meno che della destra estremista, e le correnti 111oderate della DC, non meno che tutti gli altri gruppi JJolitici di destra, più o meno moderata, più o meno conservatrice, più o nieno reazionaria, non hanno rnai perduto un'occasione per « 111inùnizzare » quelle dimensioni e quelle caratteristiche. In un priniu te1npo addirittura si diceva, nei fogli di destra e da parte dei fautori di aperture a destra e di soluzioni centriste orientate a destra, che la 111afia era un fenonieno che testimoniava di virtù ataviche della Sicilia, di virtù che, non avendo trovato altri modi di esprimersi, si dispiegavano nel giro delle attività mafiose, nella ostentazione dello « spirito di n1afia », nella tutela dei sentùnenti d'onore cui si ispira il codice della mafia; e v'è stato anche chi ha descritto a suo tempo Calogero Vizzini come un uomo capace di suscitare ondate di simpatia e di ammirazione, esemplare amministratore di una giustizia più giusta di quella amministrata dallo Stato. In un secondo tempo, quando posizioni del genere sono diventate insostenibili, si è cercato in tutti i modi di dimostrare che l'inchiesta parlamentare, proposta dai socialisti e voluta pure dalle sinistre democristiane, era « inutile » e addirittura per certi aspetti incostituzionale: non si può dimenticare che questo fu il giudizio espresso al Senato nel 1961 dal sen. Zotta, della destra de1nocristiana, co1ne relatore di 111aggioranza suila proposta di Ferruccio Parri e degli altri senatori socialisti. Così co1ne non si può din1enticare - e bene ha fatto « Il Mondo » a ricordarlo - che u,z deputato democristiano, ora chiamato a far parte della commissione parlamentare d'inchiesta sulla mafia, finalmente insediata, ebbe ad affermare che la mafia era un'invenzione della stampa « per calunniare la Sicilia»; e non fu il solo ad esprimere avvisi del genere. In un terzo tempo, quando, nel clùna dell'apertura a sinistra, la stessa Assemblea Regionale Sicilia1za -votò una n1ozione che auspicava l'apertura di una inchiesta parlan1entare sulla mafia, si è cercato di ridurre al minimo 38 Bibliotecaginobianco
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