Nord e Sud - anno X - n. 44 - agosto 1963

La programmazione necessaria circostanza che alla fine del periodo si avrà lo sbocco nel consumo. E tuttavia, tale sbocco è sempre tanto lontano che gli imprenditori non possono fare previsioni in termini di consumo per decidere i loro investimenti: previsioni che si avventurino troppo in là nel tempo sono, infatti, soltanto esercitazioni scolastiche, in quanto, presumibilmente, insieme co,n la struttura dei prezzi muterà anche la struttura delle preferenze dei consumatori. Questa circostanza comporta delle conseguenze gravissime per l'economia di mercato. Il mercato, infatti, i propri obiettivi se li pone sempre in termini di consumi finali, perché le previsioni sono molto più facili e specialmente perché, per mezzo della pubblicità, è possibile stimolare la domanda ed indurre così i consumi che si ritiene più conveniente indurre. È inutile rilevare come ciò significhi una enorme attenuazione del rischio dell'attività economica. Quando però il mercato, no•n può più scegliere i suoi obiettivi in termini di consumi finali, e le decisioni di investimento del singolo imprenditore vengono ad influenzare ed a dipendere dalle decisioni di investimento di tutti gli altri imprenditori, il rischio dell'attività economica diventa enorme, soprattutto perché non è assolutamente possibile fare previsioni attendibili. Si deve concludere, perciò, che, una volta riconosciuta la necessità di destinare una maggiore quota del reddito nazionale agli investimenti al fine di mantenere elevato il saggio di sviluppo, il mercato non è piu idoneo a guidare il processo di sviluppo e bisogna ricorrere necessariamente alla programmazione. E ciò anzitutto nell'interesse dei singoli imprenditori, i quali troveranno solo nel piano gli elementi sufficienti per il calcolo aziendale degli investimenti in precedenza fondato sulle previsioni dei consumi finali. È questo lo schema di ragionamento che rappresenta, appunto, l'argomentazione generale, la quale, pur prescindendo da qualsiasi giudizio di valore, milita obiettivamente a favore dell'adozione della politica di piano nei termini che sono stati illustrati nella « nota aggiuntiva » dell'on. La Malfa. * * * Si è visto così come all'interno del meccanismo economico italiano operi una macchina, la quale condurrebbe inevitabilmente alla contrazione del saggio di sviluppo per un motivo di ordine specifico e per un motivo che può essere definito di ordine generale. È la logica di questa macchina che bisogna, perciò, trasformare per mezzo della programmazior1e, se si vuole veramente perseguire un ulteriore, congru.01 accrescimento del saggio di sviluppo. LUIGI MAZZILLO 37 Bibliotecaginobianco

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