Luigi Mazzillo il fattore scarso. E le stesse ricorrenti e vigorose lotte sindacali ne sono un chiaro sintomo. Nel 1951, l'occupazione 110n agricola assommava a 7 milioni cli unità, pari al 15 per cento circa della popolazione italiana. Nel 1961 l'occupazio•ne extra-agricola era salita a 9 milioni e mezzo di unità, pa~i al 18,5 per cento della popolazione residente. Percentuale, questa ultima, abbastanza vicina a quella dei paesi ad avanzato sviluppo industriale. Nel triangolo industriale (Lombardia, Liguria e Piemonte) la percentuale suddetta nel 1961 era addirittura del 30 per cento 112 • La trasformazione in senso produttivistico dell'apparato produttivo italiano risulta provata anche da un'altra circostanza: la quota di partecipazione dell'agricoltura al reddito nazionale è diminuita dal 20 per cento, nel 1957, al 16 per cento, nel 1962, mentre i settori non agricoli hanno visto aumentare la propria incidenza dall'80 all'84 per cento. Nell'ambito dell'industria, poi, i rami della meccanica, della metallurgia e delle industrie chimiche, che nel 1957 co,ntribuivano per il 39 per cento al reddito industriale, nel 1962 vi hanno contribuito per il 44 per cento 13 • Un'ultima riprova del grandioso processo di trasformazione del sistema economico italiano la si riscontra, infine, nella diversa distribuzione percentuale, per classi di attività economica, delle importazioni e delle esportazioni italiane nel 1952 e nel 1961. I dati relativi sono raggruppati nella tabella 1. Qui si fa solo rilevare come i valori dei prodotti delle industrie meccaniche e delle industrie chimiche siano i soli ad aver guadagnato in percentuale sul valore complessivo tanto delle esportazioni che delle importazioni fra il 1952 e il 1961. Le esportazioni dei prodotti dell'industria meccanica e dell'industria chimica sono passati, rispettivarnente, da 23,0 a 33,8 e da 14,5 a 15,7, mentre le importazioni dei prodotti delle stesse industrie son~ anch'esse aumentate, passando da 13,6 a 18,8 e da 6,4 a 9,7. Nello stesso periodo le esportazioni dei prodotti agricoli sono scese da 13,9 a 10,2 e le importazioni da 31,9 a 22,8. Queste considerazioni non rappresentano altrettanti argomenti a favore della tesi che si vuole accreditare. Servono, però, a chiarire quale sia stato il salto produttivistico che ha fruttato all'Italia l'eccezionale suo saggio di sviluppo del reddito. E servono, nello stesso tempo, a lasc_iar intendere che, proprio perché si è trattato di un « salto », non ci si può attendere la ripetizione di un fenomeno di uguali proporzioni 12 Si veda: PASQUALE SARACENO, L'Italia verso la piena occupazione, Feltrinelli, Milano 1963. 13 Rapporto del Presidente della sezione esperti della C.N.P.E., Roma 23 marzo 1963, p. 58. 32 Bibliotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==