• Stato di diritto e Stato sociale slativa in questi sensi basterebbe a sgomberare il terreno dall'esigenza di più delicate riforme. Chiudo qui queste fra1nmentarie note, nonostante che altro ancora vi sarebbe da constatare, da meditare, da suggerire. Prima di terminare desidero però dire che non vorrei esser frainteso. Ho già scritto e ripeto che i quindici anni trascorsi dall'entrata in vigore della Costituzione sono stati per il nostro Paese quindici anni di progresso economico, civile e politico. Ciò che ancora resta da fare nel campo del diritto per una più evoluta democrazia è condizione per andare avanti sulla via di tale progresso senza involuzioni; non vuol essere un pretesto per arrestare e nemmeno per rallentare il cammino verso più alti gradi di solidarietà e socialità. Queste ultime devono essere la mèta dei prossimi lustri; ma il loro perseguimento non deve essere accompagnato dal decadimento della legalità. Esse devono esser realizzate e devono prosperare nella legalità. Nessuno deve pensare che questa sia un inutile intralcio sulla via del progresso. Nessuno deve dimenticare che senza legalità non vi è democrazia, che senza legalità 11essun progresso è espressione di civiltà. Stato sociale e Stato di diritto devono progredire e prosperare di conserva, senza sconfessarsi e rinnegarsi a vicenda, ma traendo linfa vitale l'uno dall'altro. ALDO M. SANDULLI 23 Bibliotecaginobianco
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