Lettere al Direttore sabilità. È significativo che Saragat (che resta sempre un marxista) sia blandito da destri e da sinistri: questo perché si vuole un centro-sinistra (giacché non è possibile evitarlo) annacquato e ~svirilizzato, quello che forse Saragat accetterebbe come lo potrebbe accettare il P.L.I., cioè una riedizione del centrismo con una nuova formula, con una ripresa dell'anticomunismo verbale e velleitario, senza incidere sulle strutture dello Stato. Questo fare di Sar~gat il perno della vita politica italiana è una dimissione che nessun democristiano vero può accettare. Nel convegno delle riviste cattoliche italiane e francesi, tenutosi a Firenze il 16 e 17 marzo, abbiamo sentito un sindacalista torinese della CISI.. denunciare il fatto che, in occasione degli scioperi alla FIAT, proprio Saragat accusò la CISL di « integrismo cristiano »: questo perché Saragat, quando teme di essere scavalcato sulla sinistra e quindi di perdere l'iniziativa, ricorre volentieri a questi termini grossi. Ma l'anticomunista Saragat è proprio tanto conseguente? non pare, se è vero che per la sua mancata elezione a Presidente della Repubblica non rifiutò i voti comunisti ... Uno degli uomini da far ft1ori dal governo sarebbe Fanfani. Ora, voglio premettere che non ho mai avuto eccessiva simpatia per lui (e questo l'ho anche scritto, ma anni fa, quando pocl1i scrivevano o anche soltanto dicevano tali cose), e inoltre non penso che il centro-sinistra non possa farsi senza di lui. Però è ingiusto e ingeneroso attribuire a Fanfani tutta la responsabilità dell'esito delle elezioni. In fin dei conti era Moro il segretario del partito, ed è sopratutto il partito che è stato deficiente; Moro1 sopratutto (e Nenni con lui) ha commesso il gravissimo calcolo errato del « disimpegno»: ognuno deve assumersi la sua responsabilità, e non andare in cerca di comodi capri espiatori. E si badi che ciò non toglie che io continui ad essere un an1.IIliratore di Moro, cui riconosco capacità (e sopratutto cultura) politica ben superiore che a Fanfani. L'altro uomo preso di rr1ira è La Malfa, che è stato il perno di questo primo esperimento di centro-sinistra; siccome non lo si può accusare di marxismo, gli si fa colpa di essere stato un azionista. Ciò rassomiglia a una caccia alle streghe: si dimentica l'importanza che ebbero i gruppi G.L. durante il fascismo e specie nel periodo della Resistenza, quando proprio essi permisero che questa non fosse n1onopolizzata dai comunisti. Fra l'altro, se danno così noia gli ex-azionisti, perché non si scrive mai che anche l'on. D'Angelo, presidente d.c. della Regione Siciliana, fu uno di essi? Ma a proposito di certe accuse fatte a La Malfa, consiglierei CIVIS di leggere l'articolo riguardante la nazionalizzazione dell'energia elettrica che . il prof. Francesco Forte, ordinario di Scienza delle Finanze alla Facoltà di ·Giurisprudenza di Torino, pubblicò sul nun1ero di marzo di « Aggior_namenti Sociali », la nota rivista dei gesuiti milanesi: egli potrà allora notare che, mentre la proposta Lombardi-La Malfa era di sostituire le azioni elettriche con obbligazioni, prevalse la tesi del pagamento di una somma in contanti alle società elettriche, soluzione preferibile per i grandi azionisti, ma la peggiore per i piccoli proprietari di azioni. 121 Bibliotecaginobianco
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