Lettere al Direttore Il testo della lettera di De Giorgis al settimanale Il Nostro Tempo era a sua volta il seguente e noi siamo ben lieti dì pubblicarlo, perché, come i lettori potranno constatare, esso contiene osservazioni di non trascurabile interesse. Egregio Sig. Direttore, mi sento in dovere, come cattolico e come democristiano·, di rispondere alla nota di CIVIS apparsa su « Il Nostro Tempo » dell'ultima settimana. Il commento che l'articolista fa ai risultati elettorali è quello classico della destra, ora battezzata « centrista » e in via, pare, di doroteizzarsi. Non lo dice chiara111cnte CIVIS, ri1nproverando appunto amichevolmente la destra esterna alla D.C., che si potrebbe guardare con buon occhio alla costituzione di un partito cattolico di destra, se questo avesse abbastanza forza da battere il comunis1no? 1na poiché tale condizione ipotetica non sussiste, restino i destri nella D.C. e combattano all'interno di questa le loro battaglie ... Confesso che mai, in 15 anni di vita politica, ho inteso fare un discorso così materialistico: nernmeno dai comunisti. Anche il Partito Liberale non è male, tutto sommato; dovrebbe soltanto sostituire Malagodi (che certo sarà sensibile ai richiami accorati di CIVIS, lui così preoccupato del bene civico della nazione) con qualcuno degli « ottimi elementi » eletti a Torino. Davvero sarebbe interessante sapere a quali deputati e senatori liberali si addica quel superlativo; e peccato anche di non aver saputo prin1a delle elezioni che il P.L.I. fosse così fornito di « ottimi » elementi, perché in tal caso tutti noi democristiani la propaganda non la avremmo fatta certo al nostro partito ... E non è proprio della tematica liberale denunciare il « classismo» cui si sarebbe ispirato il gover110 di centro-sinistra, e che consisterebbe nell'aumento delle tasse, nell'espropriazione (sic) degli azionisti elettrici, nella n1inaccia di nuove espropriazioni e nel lasciar via libera a troppo bruschi aumenti salariali con conseguente pericolo inflazionistico? Mi pare che la denuncia di questo preteso « classismo » sia determinata da un altro « classismo »: da quello, cioè, che vorrebbe che le tasse le pagassero sempre soltanto i lavoratori, che gli industriali e i trafficoni guadagnassero sulla pelle della povera gente e che questa rin1anesse nelle condizio 1 ni materiali più ingiuste. Se questo discorso può avere un senso per un liberale, scritto su un giornale cattolico è quZllcosa di cui - in quanto cattolico - mi vergogno. L'articolo esprime bene il punto di vista della nuova borghesia italiana, che politicamente si identifica a11che nel P.L.I., ma sopratutto nella socialdemocrazia e nella corrente dorotea. La caratteristica di questa nuova classe sociale è la « moderazione », che non ha nulla a che fare co·n la prudenza cristiana, ma che piuttosto è il timore del rischio e l'astensione dalla respon120 Bibliotecaginobianco
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