I delfini rampicanti Magari l'accusa di carrierismo riguarda innanzitutto loro, stipendiati, con larga disponibilità di esperti e di strumenti burocratici, con la speranza del seggio in Parlamento e con quella, più sicura, di una qualsiasi collocazione pubblica che li siste1ni adeguatamente. Certo, non si possono disconoscere fermenti ideali espressi con sincerità (l'ultimo rilevante fu l'intervento di Celso De Stefanis al Congresso di Firenze), ma allora siamo noi repubblicani che rivendichiamo il disinteresse assoluto, totalmente e senza limitazioni. Non si può considerare « serbatoio di carriere» la federazione giovanile (circa 18.000 iscritti) di un partito che, sia pure in ascesa, ha soltanto sei deputati. Domanda: La F.G.R. aderisce al piano di una politica per la gioventù? . È una iniziativa sulla quale bisogna vigilare attentamente, perché sono troppo vicini i nefasti ricordi di altre consimili formule. Per noi i problemi dei giovani sono quelli della società e non c'è bisogno di montare un carrozzone per l'assistenza - tanto per dire - alle giovani coppie... È un'idea tipicamente cattolica: non è questo certamente il modello di Stato assistenziale al quale tendiamo, né vediamo come possa uscir fuori una politica per la gioventù democraticamente equilibrata se si vuole formare la Commissione che dovrebbe stabilire i criteri con il sistema della pariteticità. I rappresentanti delle Figlie di Maria, poniamo, si troverebbero ad essere sullo stesso piano dei rappresentanti delle federazioni e dei movimenti giovanili dei partiti... Il fatto è che l'aspetto puramente tecnico di servizio per la gioventi.1, teorizzato dal MG della DC, nasconde in maniera maldestra ambizioni di potere e strumenti di propaganda politica. Inoltre la FGR ritiene che il concetto di « politica giovanile» non abbia Lina vera ' corrispondenza 11ella realtà odierna del paese. I problemi della gioventù non possono essere divisi dal contesto generale della società nazionale. I provvedimenti settoriali in n1ateria non risolvono nulla o quasi, e rischiano, anzi, di far passare in secondo piano necessità primarie, e cioè le riforme di struttura che, una volta portate a compimento, potranno dare l'avvio a quella che viene definita la « politica giovanile ». Comunque, se siamo d'accordo sul pre-salario agli universitari, invitiamo tutti a non dimenticare che molti giovani non hanno i mezzi per istruirsi. Lo Stato, prima di fornire certi servizi, ha l'obbligo di garantire le condizioni basilari affinché i giovani, liberi dalle preoccupazioni appena accennate, possano davvero sentirsi cittadini di una seria e consapevole democrazia. 109 Bibliotecaginobianco
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