Stato di diritto e Stato sociale state tutte facili, né, forse, tutte perfette, e in cui il cammi110 da percorrere è ancora non breve e tutt'altro che pervio. Basti pensare che tra gli adempimenti della Costituzione che attendono di esser soddisfatti vi sono - e non a caso - proprio quelli in relazione ai quali maggiore è apparso il disagio del superamento dei punti di frizione tra precetti costituzionali e realtà storica: le regioni, la contrattazione collettiva del lavoro, lo sciopero dei servizi pubblici, la revisione delle giurisdizioni speciali. Basti aggiungere che leggi importanti come quella di pubblica sicurezza, quella comunale e provinciale, quelle sulla giustizia amministrativa e tributaria attendono ancora di essere adeguate alla Costituzione. Ebbene: è proprio lo stato di insoddisfazione che deriva dall'incompiutezza ad autorizzare ad appuntare lo sguardo anche in altre direzioni, per chiedersi se e quanto n1anchi an.cora al nostro Stato per poter esser considerato veramente - e non solo co11 una certa, sia pur notevole, approssimazione - uno Stato democratico: uno Stato basato sull'imperio di regole giuridiche - sostanziali e processuali -, scritte e fatte osservare da genuini e indipendenti rappresentanti del Popolo e nelle quali siano sempre, e prima di tutto, presenti (co111e oggetto fondamentale di ogni rispetto e di og11i tt1tela) le libertà inviolabili, la dignità e l'uguaglianza degli uomini. Lo Stato di diritto, idealizzato e perseguito dagli uomini del Risorgimento, deve rappresentare - in una civiltà come la nostra, cl1e dichiaratamente si ispira al rispetto dell'individuo e allo sviluppo della perso11a umana (artt. 2 e 3 Cast.), considerando l'uomo, quale che sia la sua ' condizione, come soggetto e non come oggetto della storia, e configt1rando l'organizzazione sociale come strumentale rispetto all'uomo e no11 l'uomo come strumentale rispetto a quella - una conquista definitiva e irrinunciabile. La conquista dello Stato sociale, che è il problema del nostro tempo, non deve esser realizzata col sacrificio dello Stato di diritto. Progresso civile, sicurezza e benessere per tutti, perequazione sociale sono beni, il conseguimento dei quali può e deve compiersi senza minima1nente abdicare alla civilta del diritto e anzi perfezionandone gli strumenti. Sarebbe sommamente grave e imperdonabil1nente antistorico che l'uguaglianza di fatto venisse realizzata a spese dell'uguaglianza di diritto e che il benessere materiale avesse con1e prezzo la rinuncia ad alcuna di quelle che la nostra Costituzione definisc.e come libertà « inviolabili ». Se i poteri pubblici potranno e dovranno con maggiore intensità penetrare in rapporti che fino a ieri - i11 diverse co11dizioni di civiltà - erano considerati dominio esclusivo dei privati, e incidere (talvolta fino 9 Bibliotecaginobianco
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