Nord e Sud - anno X - n. 42-43 - giu.-lug. 1963

/ Note della Redazione figura di un masso erratico capitato per caso tra sassi di un'era geologica differente; o, se si preferisce, è una disposizione dalla quale i costituenti no·n hanno avuto il coraggio di trarre tutte le conseguenze. In effetti, l'aver indicato la base regionale co1ne elemento fondamentale dell'elezione dei senatori e l'aver detto esplicitamente che. ogni regione non può avere meno di sei senatori quale che ne siano le dimensioni (eccezion fatta per la Valle d'Aosta),· sta ad indicare che i costituenti si rendevano conto perfettamente che stavano creando un duplicato della C"'a1neradei deputati e volevano correggere tale errore orientando in niodo affatto diverso la co,nposizione e la funzione del Senato. È probabile che dietro qu.esto articolo vi fosse la reminiscenza del Senato americano, ma occorre am1nettere che si trattava di una ren1iniscenza molto vaga. Gli stati della federazione aniericana non sono le nostre regioni, e ancora meno lo erano al tempo della costituente di Filadelfia; e, d'altro canto, i costituenti di Filadelfia andarono fino in fondo, segriando, com'è noto, una cifra fissa di senatori per ogni stato, quali che fossero le sue dimensioni, e dando al Senato poteri assai più ampii che non alla Camera dei rappresentanti. Non è il caso di indagare adesso le ragio11i di ciò: ma è certo che i fatti che si sono ricordati con.tribui'rono a dare al Senato degli Stati Uniti una fisiononiia radicalmente diversa da quella delta Camera. Sarebbe almerzo avventato affernzare che le platoniche a:ffermazioni dell'articolo 57 abbiano fatto altrettanto per l'Italia. E tuttavia il pro·blema che si posero i costituenti esiste, ed esisterà ancora di più quando le regioni saranno state istituite, e quando, come sernbra che ci si avvii a pensare oggi, ad esse si saranno attribuiti dei poteri reali nel quadro della programmazione econoniica. Nel nuovo quadro istituzionale che si verrà disegnando in seguito a tutto ciò, non è avventuroso pensare che si ·potrà giungere ad una d'efinizione dei compiti del Senato, che lo differenzierà notevolniente dalla Can1era dei deputati. Una cosa, tuttavia, ci senibra necessario aggiungere e sottolineare co11 forza: che, cioè, riforme del tipo· di quella che si è avuta nella passata legislatura e che hanno avuto il solo risultato di accrescere il ntlmero dei senatori, sono proprio le cose che si devono evitare. Questa considerazione vale anche per la Camera dei deputati: la nuova Camera conta una tre1?,tina di deputati in più della precedente; e se si dovesse continuare su questa strada, tra dieci anni ve ne sarebbero altri trenta in più e così all'infinito. Per misurare l'assurdo di tale sistema b·asterà pensare che, se gli Stati Uniti l'avessero applicato, avrebbero oggi una Camera dei rappresentanti di almeno duemila deputati! Non v'è eh.i no,n veda che quanto più si a1nplia un corpo legislativo e politico, tanto peggio esso funziona. Occorre modificare la norma costituzionale che stabilisce che vi debba essere un deputato ogni ottanta1nila abitanti o frazione superiore ai quarantamila: è ovvio che 110n si può tornare indietro, ma è augurabile che almeno ci si fermi a seicentotrenta deputati che è già un numero alssai notevole, e non lo si accresca ulteriormente. Né si dica che, se i ,,,- deputati sono più numerosi, il lavoro della Camera procede più speditamente soprattittto in_sede di commissione. Qui tocchiamo veraniente uno dei punti 92 Bi0liotecaginobianco

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