NOTE DELLA REDAZIONE Tra re Mida e Machiavelli Il recente successo elettorale dei conzunisti avrebbe dovuto essere per tutti ( e per i comunisti non nieno che .Per ,gli altri) l'occasione di un, approfondito ripensa1nento circa il problenia di fondo che la presenza di quell:i, forza politica mantiene aperto nella vita pubblica italiana dalla Liberazio-1te ad oggi. E il ripensamento c'è stato, in effetti; ,na, purtroppo, solo nei termini di un meccanico e infruttuoso ripensare le cose già pensate. Ora, particolar1'nente per gli uomini e le forze che hanno proniosso il centro5inistro, il problema va sollevato e discusso senza remore di sorta. Il punto principale ci sen1bra esser questo: è giusto, è utile, è coerente pensare alla realizzazione di una politica di centro-sinistra come all'evento - ~he automaticamente determina una contrazione della forza comunista in rtalia? E quale rapporto sussiste, dunque, tra il disegno di un allargamento dell'area democratica e la auspicata riduzione del peso del PCI nell'elettorato e nel paese? A nostro avviso, la vigilia elettorale indusse un po' tutti .coloro che nel centro-sinistra avevano avuto parte a dare a questi interrogativi una risposta meccanicamente positiva, cosi come (ed è peggio) la relativa delusione elettorale ha paradossalmente indotto a conferma re ed accentuare la risposta data alla vigilia del 28 aprile. Ma noi dobbiamo pur deciderci a chiarire a noi stessi se il cetztro-sinistra lo vogliamo solo .Perché ci sono i comunisti, e bisogna fare qualcosa per ricacciarli indietro, o se, invece, lo voglia1no ( in una relazione logica e ùnn1ediata, nia assolutamente non determinante con le esigenze della difesa de1nocratica dall'insidia comunista) perché riteniamo maturi i tempi e le ragioni di un radicale rinnovamento e ammodernamento della vita italiana che dia al nostro paese ciò che i problemi della democrazia e quelli dell'efficienza congiuntamente richiedono. Lasciamo ai dorotei meno provveduti l'affermazione, altamente irresponsabile e altamente inipolitica, per cui l'Italia è condannata a diventare un paese più democratico e più moderno dal solo fatto che vi prospera un forte partito comunista e non si ritrovano altri 1·nezzi di far fronte ad esso: che è poi, naturalmente., la confern1a più gradita che i comunisti possano ricevere alla loro presunzione che ad essi, e solo ad essi, si debba tutto quanto l'Italia guadagna sulla strada della democrazia e della niodernità. La sinistra democratica non può 'in alcun ,nodo accettare una siffatta concezione, strumentale e fatalista, del centro-sinistra. Se questo deve significare u1i potenziamento e un allarga,nento della partecipazione popolare alla vita dello stato, se esso deve significare una prosecuzio·ne razionalizz·atrz del . « miracolo » economico ed una più equilibrata e democratica articolazione 88 Bi0liotecaginobianco .
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